mercoledì 22 maggio 2013

Giustizia fiscale e energie rinnovabili per una nuova Europa



I capi di stato e di governo dell'Unione Europea si riuniscono oggi a Bruxelles: all'agenda del Consiglio Europeo due temi chiave, uno relativo alle politiche fiscali e tributarie e l'altro il rilancio dellepolitiche energetiche per sostenere la competitività dell'industria europea.

Il tema dell'evasione fiscale, e delle fughe di capitali verso paradisi fiscali, già oggetto di numerose campagne per la giustizia fiscale  è stato a lungo dibattuto sia nell'ultima riunione dell'ECOFIN che ieri al Parlamento Europeo , in occasione dell'approvazione del rapporto preparato dall'europarlamentare socialista Mojca Kleva Kekuš.

Nel corso del dibattito sono intervenuti tra gli altri Hannes Svoboda del PSE, e Dani Cohn Bendit dei Verdi. Svoboda ha richiamato l'urgenza di affrontare il tema dell'austerità in particolare attaverso il rilancio di politiche occupazionali e di contrasto alla povertà ed all'ingiutizia sociale. Ha parlato di “austerity kids” i ragazzi dell'austerity, sottolineando il rischio che la fase post-austerità e di crescita sia di una crescita senza occupazione. E poi parafrasando Margaret Thatcher ha chiesto che “vengano restituiti i soldi” - “we want our money back”. Vale la pena di ricordare che ogni anno almeno 1000 miliardi di euro (2000 euro a cittadino europeo) spariscono per l'evasione fiscale o nei paradisi fiscali. Fondi che dovrebbero essere recuperati per la la creazione di nuovi posti di lavoro, nel sostegno alla ripresa, e nella protezione del modello sociale europeo. 

L'Europa dovrà quindi coordinare una risposta ambiziosa per porre fine a questa pratiche illecite rendendo obbligatorio lo scambio automatico di informazioni fiscali tra i paesi membri e non permettere l'esistenza di paradisi fiscali in Europa per perseguire la giustizia sociale e fiscale. Anche i sindacati europei hanno preso posizione in sostegno all'adozione de rapporto Kekuš sulle politiche fiscali e tributarie. Secondo alcune ricerche svolte dal sindacato europeo nella maggior pare dei paesi europei le politiche di austerità e tagli stanno pregiudicando la capacità degli stati di attuare le proprie politiche fiscali, e quindi se i governi vogliono davvero affrontare il tema dell'evasione e frode fiscale dovranno avere le risorse materiali ed umane necessarie. 

Il rapporto Kekuš chiede l'adozione rapida nel Consiglio della direttiva sulla tassazione dei redditi da risparmio in forma di pagamento di investimenti e della bozza di direttiva sulla base fiscale comune consolidata per le imprese nel 2011 ed estendere l'obbligo di scambio di informazioni tra paesi alle imprese che operano cross-border in ogni ambito. 
Bernardette Ségol, segretario generale dell'ETUC ha dichiarato che il segreto bancario, i centri offshore e paradisi fiscali sottraggono risorse finanziarie per sostenere le politiche di welfare europee e prevengono la crescita sostenibile. assieme alle politiche di austerità ciò a contribuito all'aumento dell'ineguaglianza e la concentrazione della ricchezza nelle mani di una piccola minoranza. Il rapporto del Parlamento Europeo approvato ieri non potrà essere ignorato dai governi dei paesi membri.  In sostegno a politiche antievasione si è dichiarato anche il GUE, che per bocca del suo eurodeputato Thomas Händel ha salutato con favore l'adozione del rapporto Kekuš rilanciando la richiesta di criteri vincolanti contro l'evasione fiscale, e sanzioni pesanti sugerendo di mettere sulla lista nera gli stati che rifiutino di condividere informazioni affinchè non possano ricevere alcun sostegno dall'Unione Europea.  
Ciononostante l'ultimo ECOFIN non ha raggiunto alcun accordo su come affrontare il tema dei paradisi fiscali né su un minimo livello di imposizione fiscale che possa evitare la possibilità di evasione fiscale ma piuttosto adottato un testo vago che si riferisce generalmente ad un codice di condotta contro la competizione fiscale senza riuscire a risolvere il conflitto duraturo sui temi della giustizia fiscale .
L'altro tema del Consiglio Europeo di oggi è la politica energetica. La proposta della Commissione  che verrà discussa al Consiglio sembra essere del tutto improntata sull'urgenza di fornire energia a basso costo per le imprese e per riattivare la crescita, così cedendo alle pressioni delle lobby industriali. 
Queste chiedono la riduzione del prezzo dell'energia ed il perseguimento della sovranità e sicurezza energetica degli approvvigionamenti, esortando il Presidente della Commissione Barroso a metter da parte l'obiettivo della mitigazione dei cambiamenti climatici. Ciò significa l'espansione delle attività estrattive in settori non-convenzionali quali il shale gas (gas da scisto) attraverso tecniche quali il fracking. Il rischio è che l'Unione Europa si avvii verso una strategia energetica che guarda al passato, e che non fornisce incentivo in sostegno alle energie rinnovabili su piccola scala, nell'illusione di acquisire accesso a fonti energetiche a basso costo per le imprese. E Letta nel suo intervento di ieri in Senato sembra voler sostenere lo "shale gas". I Verdi Europei hanno sottolineato più volte il rischio dell'estrazione di shale gas attraverso il fracking. Un rischio economico, giacché la riduzione del prezzo di petrolio e gas e carbone sarà un disincentivo per investire in energie alternative. E poi per l'impatto ambientale e sulla salute (in particolare per la contaminazione dell'acqua e la produzione di sostane chimiche tossiche). Per questo ieri in occasione del dibattito in Parlamento sul Consiglio Europeo, i parlamentari di Sinistra Ecologia e Libertà Zan ed Uras hanno sottolineato con forza l'urgenza di fornire massimo supporto alle energie rinnovabili e su piccola scala, per contribuire a rafforzare anche il ruolo dell'Italia e dell'Unione Europa nella lotta ai cambiamenti climatici. Considerando anche che le prossime due conferenze delle parti della Convenzione ONU sui mutamenti climatici si terranno in paesi membri della UE, Polonia quest'anno e Francia nel 2014. Temi questi che saranno al centro dell'iniziativa di Sinistra Ecologia e Libertà per un'Europa verde e per la conversione ecologica delle sue economie.


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