Primo giorno ai negoziati ONU sul Clima qua a Ginevra, al Palais del
Nations, la vecchia sede della Società delle Nazioni, primo tentativo di
costruire un ordine mondiale multilaterale, naufragato miseramente con
la seconda guerra mondiale. E mi fa impressione vedere stamattina in tv
le immagini dall'Ucraina, le facce tirate di Putin, Merkel, Hollande, lo
scambio di accuse ed i rimpalli di responsabilità. Una prova di forza,
tra chi - gli USA - vorrebbe alzare il tiro, e fornire armi al governo
di Poroshenko, e Putin che fa la voce grossa. Nel mezzo le immagini di
poveri civili a Donetsk, i volti sporchi, vestiti di fortuna, lo sguardo
triste, acqua razionata. Una missione che molti media definiscono
disperata quella del duo Merkel-Hollande, che si è attribuito il ruolo
di salvare l'Europa da un ennesimo confitto (guarda caso proprio ancora
in quella che decenni or sono si chiamava oltrecortina). Non c'è Europa,
spicca l'assenza di Federica Mogherini, ma la spaccatura con Washington
è evidente, "niente armi ma diplomazia, un cessate il fuoco" dicono da
Bruxelles. Il ministro degli esteri russo Lavrov da Monaco dove si tiene
l'annuale conferenza internazionale sulla sicurezza, assicura che la
Russia è pronta a garantire il rispetto degli accordi di Minsk. Non ci
sono le Nazioni Unite. La NATO riscopre la sua vocazione originaria,
quella di cane da guardia contro l'orso di Mosca. Guardo la televisione
ed appare il faccione di un generale americano, il petto debordante di
mostrine e medaglie, azzimato e pettinato, anche lui abbaia, parla di
guerra, armi, rischio di conflitto inevitabile, Guardo il sottopancia,
si chiama Breedlove ed è il comandante delle forze NATO in Europa, il
suo cognome grosso modo significa "coltivatore di amore". E mi viene in
mente Kubrick, il suo doctor Strangelove (Stranamore). In un dialogo tra
il Presidente USA e quello sovietico: quando quello a stelle e strisce
fa: "Certo a te dispiace assai più che a me! Ma anche a me dispiace,
Dimitri. Non dire che a te dispiace di più perché anche io sono capace
di essere dispiaciuto tanto quanto te. Quindi siamo ambedue dispiaciuti,
vero?" Da allora ho imparato a non fidarmi mai di generali o
presidenti.
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