martedì 17 novembre 2015

La parrucca di Rousseau e l'elmetto di Napoleone

Per chi ha seguito passo per passo lo svolgersi degli eventi subito dopo l'11 Settembre, le discussioni parlamentari e non, il crescendo di tensione e l'agglutinarsi di una sorta di santa alleanza contro il terrorismo, la compressione dei diritti, la costruzione di uno stato di eccezione non dichiarato ma nei fatti, "Ausnahmezustand" di schmittiana memoria, l'evocazione continua delle armi e della vendetta oggi è il momento di fare un passo audace. Oggi come non mai prima il ripudio della guerra dev'essere totale, ragionato, non ideologico ma pragmatico. Ma mentre ieri la guerra partiva da Washington e l'Europa era divisa, meno propensa (ricordate le invettive del neocon USA Robert Kagan: "voi europei dei pipo, vivete come su Venere con i vostri ideali della pace kantiana, ma senza di noi, dei guerrieri di Marte dove pensate di andare?") oggi sembra come se quell'Europa frammentata, divisa, in permanente crisi di vocazione ed identità , proprio nella guerra cerchi la sua ragion di esistere. ,Non se è chiara la cosa: Hollande chiede il sostegno dell'Unione Europea nella guerra contro Daesh, in nome dell'articolo del Trattato che prevede una clausola di difesa collettiva. Arriva ora la risposta di Federica Mogherini: sostegno incondizionato del Consiglio Difesa dell'Unione. Ora, vedere che l'Europa sia compatta nel sostenere una reazione militare di "guerra"  mentre non lo è stata nell'accoglienza ai profughi, o nel contrasto alla povertà ed all'austerity, insomma, fa male no? Quindi oggi senza un minimo di dibattito nei parlamenti degli stati membri, l'Unione Europea si mette l'elmetto anche se con un atto essenzialmente politico che non prelude al varo di una missione europea in quanto tale. Sta il fatto che mentre  Hollande si toglie la parrucca di Rousseau e Voltaire,  l'Alto Commissario indossa la mimetica e verranno avviate consultazioni bilaterali per meglio definire il contributo che ogni singolo stato membro potrà dare alla Francia. Ma hanno chiaro che la guerra non è iniziata ora e che proprio con le bombe e le armi la sua fine si allontana? Hanno presente che ai 20mila seguaci del Califfato presumibilmente uccisi nei raid finora se ne sono aggiunti altrettanti per emulazione o vocazione al martirio? Hanno chiaro che se si spinge il piede sull'acceleratore della guerra rischia di andare a farsi benedire la possibile trattativa diplomatica sulla Siria, uno dei punti di svolta necessari? E che se non si fanno due chiacchiere seriamente con Erdogan, quello continuerà a prendersela con i Kurdi visti come la vera seria minaccia alla Turchia? Hanno chiaro che il terrorismo - anche qua attenzione in realtà ci troviamo di fronte ad un folle progetto geopolitico criminale ma che vuole ridisegnare i confini del mondo usando la strategia del terrore e la guerra asimmetrica - insomma che Daesh va sconfitto con l'omeopatia e non con la medicina allopatica? Che vanno rafforzate le capacità dell'organismo malato di espellere il male e non intervenire con il bisturi o con la chimica?  Se non l'hanno chiaro toccherà a noi spiegarlo. 

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