venerdì 20 maggio 2016

A Milano, Roma, Napoli, Torino, che caldo ma che caldo fa

Senza voler fare il catastrofista, ma davvero è sconcertante notare come il tema dei mutamenti climatici sia talmente marginale nelle discussioni e nelle priorità della politica. Ogni mese che passa è il più caldo della storia, in mezzo mondo si sono tenute ondate di azioni di disobbedienza civile contro i fossili, quella che qualcuno ha definito la più grande campagna di disobbedienza civile della storia. Ed invece? Ci si perde nella quotidianità, nell'immediato, nel contingente, mentre il pianeta, la base della nostra esistenza stessa ci si sta squagliando sotto i piedi. In questi giorni si riunisce a Bonn il gruppo di lavoro che ora dovrà negoziare l'attuazione degli accordi di Parigi. Ricordate quel gioco di cifre tra gli 1,5 e i 2 gradi di aumento della temperatura? Beh ad oggi pare siamo ben oltre quei livelli. Insomma, se aspettiamo i governi e le imprese siamo fritti. Allora c'è ben altro da fare. Dobbiamo farlo noi, dovrebbe farlo la cosiddetta società civile, dovrebbe farlo chi lavora nell'altraeconomia, nelle imprese che fanno innovazione, le comunità che resistono alle trivelle, chi disobbedisce al petrolio e suoi derivati, le amministrazioni comunali. Per la miseria, sono io che sono diventato pedante o un pò insofferente verso la "politica" o è vero che non si è sentito da nessuna parte o letto sotto i faccioni che stanno popolando strade reali o virtuali di questa ennesima campagna elettorale un impegno per la giustizia climatica e per una "rivoluzione ecologica"? Si, si parla di mobilità sostenibile, parcheggi di scambio, riciclaggio di rifiuti, di transizione e conversione ecologica (il tema però non è se ma quando ed in che tempi che altrimenti ci si mena il naso) tutto ok, sono cose che ci stanno sempre bene, danno un pò di "verde" che non guasta, ma il punto riguarda quello che potrebbe essere chiamato "metabolismo urbano" ossia il flusso di risorse che entrano ed escono nel sistema città. Non ho sentito da nessuna parte l'impegno ad andare verso le zero emissioni, o sganciarsi progressivamente dai combustibili fossili. O disinvestire da banche che investono sui combustibili fossili. O allearsi con altre città che già lo fanno, impegnarsi per sostenere chi protegge gli ecosistemi o chi prova a fare innovazione, start-up verdi, green jobs. Non è mai troppo tardi. (PS: per chi "a sinistra" pensasse che questo sia tema per pochi irriducibili ecologisti, vale la pena di rammentare che forse oggì proprio attraverso il tema del "climate change" si può mettere in crisi il modello capitalista attuale, e proporre un'alternativa possibile)

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