giovedì 21 novembre 2013

Non fate i fossili, salvate il pianeta - Cronache da Varsavia



Pessime notizie da Varsavia dove si stanno svolgendo le battute finali del negoziato della 19esima conferenza delle Parti sui Cambiamenti Climatici. Il Primo Ministro polacco Tusk silura nel mezzo del negoziato sul clima il ministro dell'ambiente, mentre il suo  governo polacco - c'era da aspettarselo - sta facendo di tutto per far fallire il negoziato, accusano fonti della delegazione dell'Unione Europea. IL punto chiave è che la Polonia per evitare di dover mettere il veto a livello europeo, cerca in tutti i modi di chiudere la strada a qualsiasi tipo di impegno sulle riduzioni dei gas serra. Anche la rimozione del ministro dell'ambiente sembra mirata a questo obiettivo. Mentre continua la  propaganda a favore del carbone 'pulito' e dei gas di scisto. Torna alla mente il pasticciaccio imbastito a suo tempo dal Governo danese nel corso della COP di Copenhagen, quando i danesi stavano negoziando su due tavoli con due documenti diversi. Ed il Presidente di turno della Conferenza, un ministro danese, rassegno' le dimissioni. 

Movimenti e sindacati sono furiosi per l'assenza di progressi. Nessun impegno finanziario per la mitigazione dei cambiamenti climatici o il risarcimento dei 'danni e perdite'. E su questo il gruppo dei G-77 e Cina sono arrivati alla rottura. Non sono bastate le tragiche notizie provenienti dalle Filippine per convincere i delegati a sostenere misure di risarcimento dei danni causati dai mutamenti climatici. Nè a casa nostra la tragedia della Sardegna, tragedia che va letta con la doppia lente di una politica irresponsabile che non interviene per prevenire il dissesto idrogeologico e sostenere la cura ed il risanamento del territorio, adottando tra l'altro un piano nazionale per l'adattamento ai mutamenti climatici. E l'altrettanto irresponsabile esitazione della cosiddetta comunità internazionale nel prendere misure forti ed efficaci per contrastare, o per lo meno ridurre il danno causato dai cambiamenti climatici, riducendo una volta per tutte le emissioni di gas climalteranti e avviandosi verso un'economia decarbonizzata.  

E' quindi assai probabile che anche a Varsavia si negoziera' fino all'ultimo secondo per poi vendere all'opinione pubblica questa COP come tappa di transizione verso il 2015, vantando come grande successo la conclusione dei negoziato sugli aspetti tecnici e metodologici sulla riduzione di emissioni da deforestazione. Con buona pace delle imprese inquinanti che potranno compensare le loro emissioni proteggendo foreste altrui. Non a caso alcuni paesi 'industrializzati' stanno tentando di resuscitare forme di mercato di carbonio, proprio mentre il prezzo del carbonio è ai minimi storici pregiudicando quindi il funzionamento di strumenti quali il Meccanismo di Sviluppo Pulito (Clean Development Mechanism)  previsto dal Protocollo di Kyoto. E' di qualche giorno fa un appello dei paesi poveri per un rifinanziamento del CDM, ormai a secco di risorse finanziarie. 

Altro tema cruciale sul quale non c'e' ancora accordo ma che continuera' ad essere al centro della trattativa e' l'agricoltura 'intelligente'. Ossia come assicurare che clima, cibo, ambiente, lotta alla poverta' si tengano assieme in un approccio 'paesaggistico'. Forti sono i rischi di nuove forme di 'ecobusiness' per le imprese del comparto, e di 'land-grabbing'. Insomma, da questa COP sembra che uno dei sottotraccia dominanti, ossia il commercio di carbonio, e scambio di tecnologie a fronte di finanziamenti lasci progressivamente il passo ad un approccio di 'sviluppo' e lotta alla poverta' dove la 'terra' con la 't' minuscola acquisisce grande rilevanza. 

Il tema che resta centrale e' quello di assicurare, al di la' della retorica, che il regime internazionale sui cambiamenti climatici che verrà lanciato nel 2015 alla conferenza di Parigi sia fondato sui diritti umani, sociali, economici ed ambientali, la giustizia climatica, l'equita' intergenerazionale. La lucha sigue. Per ricordarlo oggi decine di delegati delle associazioni ambientaliste, movimenti sociali, sindacati ed ONG hanno abbandonato in segno di protesta i lavori."Mentre voi chiacchierate, noi ce ne andiamo" in sostanza il messaggio di chi non vuole sentirsi complice di questo vertice fin dall'inizio ribattezzato "polluters' summit" vertice degli inquinatori. "Ce ne andiamo, ma torneremo" era scritto sui cartelli. Prossimi appuntamenti il prossimo anno a New York, per il vertice straordinario sul clima promosso dal Segretario Generale dell'ONU Ban Ki Moon, e poi per la sessione preliminare della COP20 di Lima che si terrà in Venezuela, e che si annuncia appuntamento di gran rilievo per i movimenti globali che lottano per la giustizia climatica. 

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