Allora ci siamo di nuovo. SEL si spacca, si scinde, si allea, si fonde. Con il PD o la nuova DC, con un nuovo cantiere della sinistra, muore, colpa tua, no colpa degli altri. Opposizione costruttiva o collaborazione critica. Poltrone o territori. Sganciamento della base dalla dirigenza. Della dirigenza dalla rappresentanza. Di Renzi che ne pensi. No dobbiamo fare la Syriza italiana. Non so quante volte in questi 15 anni di politica attiva ho sentito discorsi sulla ricostruzione della sinistra conseguente alle scissioni dell'atomo. Un giorno ho in mente di fare un "archeotour" nei luoghi di Roma dove si è parlato, si dato la parola al nuovo salvatore di turno, che sia un sindacalista o un intellettuale: Nuova Fiera di Roma, Angelicum, Ex-hotel Bologna. Hotel Roma, Sala convegni Capranichetta. Montecitorio, Centro Congressi Cavour. Pare che questa sinistra italiana sia attraversata dalla coazione a ripetere. A cercare scorciatoie organizzative alla necessità di consolidare pratiche e approcci all'altezza dei tempi e delle situazioni. Ci siamo di nuovo. Tra partita e partito continua ad echeggiare la voce del partito, la logica del partito. che sia quello da lasciare o quello da ricostruire, quello da demolire o ignorare, che sia un partito comunista delle masse, o il frutto di una costituente dal basso. Aderire o meno al GUE o al PSE ecco l'altra scorciatoia sulla quale si stanno azzuffando un po' tutti. Ma non è forse il caso di invertire l'ordine dei fattori? Non è forse il caso per una volta di lasciarci dietro le idiosincrasie di partito e davvero concentrarci sulla partita? Quali sono gli assetti, le strumentazioni le strategie e le tattiche più efficaci per vincere la partita? Di quale partita stiamo parlando in questo nuovo assetto che ci consegna l'ultima tornata elettorale? Di ricostruire un partito, di rielaborare una nuova forma di politichese o comprendere appieno la portata della sfida che ci troviamo dinnanzi in Europa ed in Italia? A mio parere è su quello che sarà necessario ragionare ed agire. Se oggi il PD diventa partito di ultra-maggioranza, e forte di quella ultra-maggioranza propone uno scarto significativo dalle politiche di austerità europee, è il nostro nemico? Se sostiene invece la privatizzazione dei servizi pubblici o l'aumento delle spese militari è nostro alleato? Di nuovo si tenta di definire un'ipotesi di progetto politico di sinistra per default attraverso la negazione, la demonizzazione o l'assimilazione del possibile avversario o alleato. Io oggi sono invece interessato a capire come l'onda sollevata dalla proposta di Alexis Tsipras possa contribuire a rigenerare le ragioni di una proposta politica, programmatica e culturale di sinistra, (socialista e antiliberista), ecologista e libertaria nel mio paese ed in Europa. A creare le condizioni per un dialogo costruttivo con chi condivide approcci, critiche e proposte che sia nel PSE, nei Verdi o nel GUE-NGL o nei movimenti. Questo era l'obiettivo iniziale di SEL, e questo resta. Una partita che da soli non si può e non si deve giocare, ma che non permette scorciatoie o ritorni a pratiche e contenuti che rischiano di relegarci alla mera testimonianza. Io non sono innamorato dell'estetica della rivoluzione o dell'opposizione a tutti i costi a prescindere. Né di fare la costola di un partito di centro con componenti di sinistra più o meno marcate. Sono interessato ancora a giocare una partita (nel mio partito ed al suo esterno) che prevede obiettivi chiari, apertura mentale, partecipazione, responsabilità, rispetto delle differenze e valorizzazione delle diversità. E che ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita materiali delle persone oggi vittime sacrificali dell'austerità e della finanziarizzazione e privatizzazione dei beni comuni e dei diritti fondamentali. Vogliamo ripartire da questo?
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