sabato 24 maggio 2014

Senza giustizia nessuna pace possibile in Medio Oriente


Due adolescenti palestinesi sono stati uccisi a fucilate da soldati israeliani in occasione di una manifestazione in ricordo della Nakba. La notizia ed il video-denuncia hanno fatto il giro del mondo, suscitato indignazione. La comunità internazionale, dalle Nazioni Unite agli Stati Uniti hanno protestato e chiesto un’indagine indipendente. Fatto sta che in Israele l’impunità della quale godono i militari è un paradigma ricorrente, e quest’ennesima esecuzione extragiudiziale sta lì a dimostrare l’asimmetria dei rapporti di forza tra Israele e Palestina.
Una asimmetria che rende pressoché impossibile ogni forma di riconciliazione o negoziato. Sarà pertanto necessario che il nostro paese faccia la sua parte. Anzitutto applicando – come fatto da altri paesi europei, in particolare Regno Unito e Danimarca – le linee guida su investimenti e etichettatura di prodotti provenienti dai territori occupati, e chiedendo alla UE di rafforzare i meccanismi di controllo e sanzione. Secondo, impegnarsi per mettere al centro delle relazioni con Israele il tema dei diritti umani.
Le organizzazioni palestinesi ed israeliane per i diritti umani denunciano che l’Italia è tra i paesi europei il meno “proattivo” al riguardo, anzi, in passato ha bloccato sistematicamente ogni proposta di impegno sui diritti umani ed il diritto internazionale umanitario verso Israele. Terzo chiedere la fine dell’impunità. Ad oggi le vittime palestinesi non hanno accesso alla giustizia, e le forze di sicurezza dell’ISA e la polizia penitenziaria godono di impunità nonostante siano coinvolti incassi di tortura e trattamento inumano e degradante. In Israele non esiste il reato di tortura né leggi sui crimini di guerra. E’ importante al riguardo sottolineare dall’altra parte l’intenzione a suo tempo annunciata da Abu Mazen di firmare una serie di convenzioni ONU sui diritti umani.
A novembre una delegazione della rete Euromediterranea per i diritti umani si è incontrata con il governo a Roma ed ha consegnato una serie di richieste chiare. Tra queste che l’Italia e la UE condizionino ogni forma di relazione bilaterale con Israele al rispetto del diritto internazionale. Che l’Italia e la UE chiedano la rimozione del blocco di gaza ed il congelamento dell’espansione degli insediamenti. Assicurarsi che gli insediamenti non possano trarre vantaggio alla cooperazione UE-Israele ed Italia-Israele. E che vengano applicare le linee guida UE sul finanziamento degli insediamenti, per prevenire qualsiasi forma di connivenza o cooperazione in violazioni del diritto internazionale.
Ultimo ma non da meno che venga posta fine all’impunità ed alle omissioni per quanto riguarda le richieste su violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale permettendo ai palestinesi di poter accedere alla giustizia. Senza giustizia non ci potrà essere alcuna prospettiva di pace per quei popoli. E’ L’Europa che ce lo chiede.

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