giovedì 18 settembre 2014

Casta e rappresentanza: gli equivoci di Renzi

Allora, una cosa non capisco. tutta sta retorica contro la casta, che i parlamentari devono lavorare, che sono lontani dalla quotidianità, non comprendono la realtà dei cittadini comuni. E' vero, per averlo sperimentato per ben sette anni, ll rischio di vivere in una bolla è alto, l'urgenza di tenere i piedi ben saldi nella realtà pure. Io ho avuto due fortune. Una quella di avere come riferimento una rete di movimenti e società civile che mi indicavano la direzione. Ed una rete di "amazzoni", già di donne, amiche, compagne, la mia compagna, le donne della mia famiglia, attiviste che a volte anche bruscamente decomponevano ogni possibile incrostazione "istituzionale", e mi tiravano fuori da quella bolla. Oggi il piano di Renzi per far rispettare il suo ruolino di marcia e mettere al lavoro i parlamentari 5 giorni a settimana h24 mi pare un ulteriore attacco all'autonomia del Parlamento, e paradossalmente , chiudendo gli eletti e le elette in una campana di vetro, accessibile solo a pochi, preferibilmente alle lobby di turno li fa tornare ad essere "casta". Il Parlamento ed il parlamentare diventerebbero così entità a sé stante, ai suoi servizi. I parlamentari in quanto rappresentanti del popolo devono avere tempo, energie e risorse per incontrare il popolo, dialogare, toccare con mano, creare relazioni essere presenti nei luoghi di conflitto, contraddizione e ingiustizia. Questo è il modo per restituire senso alla politica ed alla rappresentanza

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