mercoledì 2 settembre 2015

solidarietà e mutualismo, verità e giustizia per chi fugge dalle guerre e dalla fame

Di fronte alla tragedia di migliaia e migliaia di persone, esseri umani che cercano miglior vita nel "Vecchio continente", fuggendo da guerra e persecuzioni oggi non bastano più le parole. Mancano le parole, e non è solo una questione semantica o lessicale. Spesso si cerca di soppiantare questa mancanza usando immagini, che lasciano senza parole, e tolgono l'ultima parola a chi in quelle immagini è raffigurato. Si sono usate parole, fiumi di parole, un oceano di parole, evocando tragedie immani del passato, bollando popoli o paesi interi come proseguitori di quella tragedia, popoli che oggi aprono le porte delle loro case, si mettono a disposizione. Oltre quello che dicono o fanno governi ed istituzioni. E poi ci sono quelle istituzioni che provano ad andare oltre, a curare e proteggere il "comune", ossia il diritto alla dignità di tutte le persone, che dovrebbe essere l'elemento che "accomuna" chi è da questa parte e chi arriva dalle altre parti. L'esempio di Barcellona, ma non solo, dell'Islanda, dei cittadini e cittadine di Vienna e della Germania, le mobilitazioni, il mutuo soccorso praticato anche da noi sono la prova che esiste una via. Ecco, credo che oggi dobbiamo essere noi, esseri umani, cittadini e cittadine del mondo a prenderci carico. Concretamente, proponendo agli amministratori locali di seguire l'esempio di Barcellona e di altre città spagnole. Gettare il ponte di una "fratellanza" mediterranea, una rete di città aperte, magari a partire da Roma. Eppoi a quei governi ed a quelle istituzioni che oggi sembra siano decise ad aprire gli occhi su un dramma annunciato da anni, chiedere conto, delle proprie corresponsabilità, errori, mancanze, reati e violazioni dei diritti dell'uomo. e crimini di lesa umanità Attraverso il sostegno ad una sessione straordinaria del Tribunale Permanente dei Popoli sui nuovi desaparecidos. Un processo che viene dal basso, e che vedrà le "vittime" nel ruolo centrale di protagonisti e protagoniste. Ecco questo forse è il modo oggi, oltre le parole, le sigle, le appartenenze, i partiti, i governi e le istituzioni.

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