venerdì 5 febbraio 2016

In memoria di un giovane ricercatore italiano inghiottito nel buco nero dell'Egitto di Al Sisi


Non è facile evitare di cadere nel banale o nell'inappropriato quando si tenta di esprimere un commento su una vicenda tragica come quella relativa all'assassinio di Giulio Regeni. La cautela e la delicatezza sono doverose e necessarie sopratutto per rispetto a chi oggi lo piange e chiede giustizia. Credo però che non si possa negare che la tragica vicenda di Giulio, della sua morte dopo essere stato sottoposto a torture e prima ancora ad una serie di intimidazioni apra uno squarcio drammatico sulla situazione, sul clima di terrore, che vive l'Egitto di Al Sisi, partner commerciale, economico e militare del governo Renzi nella sua strategia verso il Medio Oriente. Conferma quel che già si sa ma che da Palazzo Chigi alla Farnesina hanno sempre cercato di ignorare o rimuovere. "Un brutto colpo alle relazioni economiche con l'Egitto" titola oggi il Sole 24 ore. Ma i grandi manager dell'ENI che accorrevano al Cairo ad incontrare Al Sisi ed i suoi accoliti per firmare contratti, e per poi dire che le rendite del petrolio avrebbero agevolato il ritorno alla democrazia nel paese che Egitto avevano visto? E Matteo Renzi che aveva a suo tempo descritto Al Sisi come un grande statista, "«In questo momento l’Egitto si salva solo grazie alla leadership di al Sisi. Sono orgoglioso della mia amicizia con lui e sosterrò i suoi sforzi in direzione della pace, perché il Mediterraneo senza l’Egitto sarà un luogo senza pace». aveva detto ad un'intervista ad Al Jazeera nel luglio 2015, dove aveva lo sguardo? Quando venivano incarcerati o condannati a morte migliaia di rappresentanti dei Fratelli Musulmani, perseguitati giornalisti ed attivisti? I rapporti di Amnesty International ed Human Rights Watch parlano chiaro. E chi tace o fa finta di non vedere è complice delle violazioni dei diritti umani. Che ci sia voluta forse la tragica morte di un ragazzo italiano a riportare il governo e gli imprenditori italiani alla realtà? Una realtà di repressione a tutto campo da parte delle autorità di un paese che è il primo partner commerciale dell'Italia in ambito UE? Già i diritti umani non contano, schiacciati tra realpolitik ed interessi di impresa. E sentire ora Renzi che fa la voce grossa con quel "grande statista" fa strano, sa di ipocrita. Va bene tutto affinché per lo meno si faccia chiarezza sulle corresponsabilità per l'omicidio di Guido Regeni, ma la questione non si può risolvere così. E forse un pò di autocritica anche da parte di chi " a sinistra" accolse Al Sisi come il salvatore dal "fascismo dei Fratelli" non guasterebbe.

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