Dice Matteo Renzi: il nostro esempio per le politiche sul lavoro è la
Germania. Ma lo sa Renzi che la Germania è solo seconda all'Italia in
termini di "working poor"? E che per cercare di ovviare al problema -
quello di salari così bassi da non permettere di poter avere una vita
dignitosa - la Germania ha deciso di adottare un salario minimo di 8,50
euro l'ora, fino a ieri inesistente? Certo questa era la condizione
principale per l'accordo di Grosse Koalition tra la Merkel e l'SPD.
Resta il fatto che minijobs e flessibilità non funzionano neanche nel
modello tedesco, e parliamo della Germania dove il welfare state ancora
supplisce seppure in parte, ed i fondamentali macroeconomici nulla hanno
a che vedere con la recessione cnostrana. Allora, prima di strizzare
l'occhio alla Merkel, per tentare di imbonirla su dossier assai pesanti
(lo scambio tra Merkel e Draghi e la pantomima della telefonata stanno
là a dimostrarlo) si provasse a cambiare la prospettiva. E leggere il
tema lavoro dalla lente dei diritti e della dignità di chi lavora ed
anche di chi lavoro non ce l'ha (vedi ad esempio attraverso il reddito
di cittadinanza) , non viceversa.
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