lunedì 10 marzo 2014

Dietro la crisi ucraina lo spettro di una nuova guerra fredda

una domanda: Nelle ultime sue dichiarazioni sulla crisi Ucraina la Ministra degli Esteri Mogherini sposa una linea di cautela, apparentemente volta a lasciare aperta la strada a ipotesi di mediazione che rispettino l'integrità del paese ma anche la sua composizione plurietnica, e le radici storiche della crisi stessa. Un'ipotesi perseguita forse troppo debolmente ma che presuppone certo un impegno alla de-escalation del potenziale conflitto. Nel mentre assistiamo al rischio di una nuova guerra fredda, la risposta "dura" a questa crisi nel mezzo dell'Europa è fatta di armi, soldati, controllo militare del territorio. La NATO smentisce oggi ogni eventuale ipotesi di partnership per l'Ucraina, ma gli Stati Uniti inviano cacciabombardieri nei paesi limitrofi. Putin gioca al braccio di ferro, spostando i suoi soldati in lungo e largo in Crimea. De-escalation, e mediazione internazionale, va bene. Ma questo presuppone che chi la propone sia parte terza, una sorta di neutralità attiva, un arbitro imparziale. E qui casca l'asino. Come può l'Italia esserlo in caso se la sua politica "dura" quella militare e strategica prevede nientedimeno che il potenziamento della sua possibile capacità offensiva nucleare? Già sembra che questo elemento continui a rimanere fuori da ogni discussione sul disarmo, la non-proliferazione, gli F35. Per essere più specifici: gli F35 che l'Italia avrebbe deciso di comprare avranno un lotto che verrà predisposto al trasporto e sgancio di armi nucleari americane. Senza F35 questa capacità non sarebbe, visto che una volta usciti di scena i Tornado gli Eurofighter non avrebbero la stessa capacità. Secondo, quelle bombe atomiche di nuova generazione che verrebbero imbarcate sugli F35 sarebbero di nuova generazione, ossia a potenza variabile, al punto da essere tattiche e strategiche alla bisogna, Imbarcate su un cacciabombardiere "stealth" e potenzialmente a lungo raggio come l'F35 potrebbero essere sganciate finanche su Mosca. E l'Italia sarebbe l'unico paese europeo NATO senza propria capacità nucleare a disporre di questa facoltà. I Russi sono molto irritati per questo e tutto il negoziato per il disarmo e la non proliferazione rischia di esserne pregiudicato. Allora esiste un'evidente contraddizione tra una politica estera enunciata pubblicamente e fatta di invito alla prudenza e la de-escalation ed una militare e di sicurezza che invece metterebbe l'Italia in prima fila in una nuova corsa agli armamenti nucleari. Come la mettiamo?

http://www.other-news.info/2014/03/nato-and-russia-caught-in-new-nuclear-arms-race/

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