Battute
finali dei negoziati preparatori ONU sul
Clima a Bonn. Un appuntamento senza grandi aspettative giacche’ da tempo ormai si sapeva che il 2013, nelle
parole del Segretario della Conferenza Christina Figueres sarebbe stato l'anno
"della spugna" ovvero l'anno nel quale i governi avrebbero solo esposto
le loro ipotesi, idee e posizioni e che nessun negoziato sostanziale si sarebbe
avviato. Se non su questioni meramente
metodologiche, tutt'altro rispetto alle cifre, in termini di riduzioni delle
emissioni e risorse finanziarie. Su questo e su un abbozzo dei contorni di un accordo vincolante sul clima si
dovra' aspettare il 2014. Pero' alcuni elementi emergono fin d'ora. Anzitutto
il lavoro costante della Russia che e' riuscita a far saltare ogni trattativa
sulle regole decisionali da adottare per arrivare ad un consenso sui temi piu'
controversi. Vale la pena di ricordare che Russia e Polonia sono stati i paesi
che fino all'ultimo hanno tentato di far deragliare il negoziato alla
Conferenza delle Parti di Doha lo scorso anno. Volevano infatti continuare ad
essere in grado di vendere le proprie quote di emissione sui mercati ed evitare
di "sganciarsi" dallo sfruttamento ed uso di combustibili fossili.
Che la Polonia, che avra' la presidenza della prossima conferenza delle parti
di novembre non sia un paese "climate friendly" si sapeva, e nessuno si aspetta molto. Le aspettative vere
sono riposte sulla Francia che ospitera' la Conferenza delle Parti nel 2014,
anno cruciale per "confezionare" i dettagli dell’accordo da chiudere
nel 2015 quando la palla passera' in mano al Peru'. Insomma si prospetta un asse dell'Est Europa,
tra Russia, Polonia e Lituania, che avra' la presidenza UE per l'ultimo
semestre del 2013. Un asse che potrebbe mettere a serio rischio il negoziato. Sullo sfondo il cambio di passo dell'Unione
Europa piu' preoccupata di assicurare accesso a fonti energetiche a basso costo
alle imprese piuttosto che ad impegnarsi per la mitigazione dei cambiamenti
climatici. La pressione delle lobby dell'industria finora ha vinto come traspariva con nettezza anche nella presentazione
fatta dalla UE ieri sulla loro strategia climatica ed energetica. Questo
significa una cosa: che il tema della conversione ecologica dell'economia, e
della giustizia climatica dovranno essere uno dei pilastri della proposta
politica di Sinistra Ecologia e Liberta' per l'Europa che vogliamo. Una
proposta forte, concreta, che possa contibuire ad alimentare il dibattito tra
le forze progressiste europee, e l'interlocuzione con quelle ecologiste.
uno spazio pubblico per attivisti/e che lavorano per la pace, il disarmo, i diritti umani, la giustizia sociale, economica ed ecologica globale, la resistenza alle politiche neoliberiste, il riconoscimento del debito ecologico e sociale.
mercoledì 12 giugno 2013
venerdì 7 giugno 2013
Per una nuova cooperazione allo sviluppo
Messaggio inviato a Fabio Laurenzi , presidente del COSPE (Cooperazione allo Sviluppo dei Paesi Emergenti) in occasione delle celebrazioni del trentennale della fondazione.
Roma, 7 giugno 2013
Roma, 7 giugno 2013
Caro Fabio,
anzitutto ringrazio il COSPE per
l'invito a partecipare alle iniziative per i 30 anni di vita
dell'associazione. Purtroppo non riesco ad essere presente di persona
a causa di altri impegni presi in precedenza, però volevo in qualche
maniera essere presente oggi con voi.
Conosco il COSPE da anni, una delle ONG
che fin da subito aderì alla Campagna per la Riforma della Banca
Mondiale che ho avuto il piacere di promuovere assieme ad altre ONG e
di coordinare per 5 anni prima di entrare in Parlamento. Ho seguito
le iniziative del COSPE sui migranti ed altre importanti iniziative
sulle culture migranti quali il premio Mostafà Suir. La mia amicizia
e prossimità a voi quindi è di lunga data, ed è fondata sulla
condivisione di approcci, filosofia di fondo e pratiche di
solidarietà internazionale.
Oggi mi trovo a svolgere un incarico
politico con Sinistra Ecologia e Libertà, in qualità di
responsabile esteri, Europa e Cooperazione del partito. Spero di
poter avere la possibilità di continuare con voi questo scambio
fecondo di idee, riflessioni e proposte per nuove pratiche di
cooperazione tra i popoli. Un percorso che indubbiamente avrà nei
prossimi mesi un versante istituzionale con il rilancio del processo
di riforma della cooperazione, u a lungo attesa e sulla quale ci
adopereremo con convinzione. Non a caso la cooperazione
internazionale è una delle priorità programmatiche di SEL assieme
all'Europa, alla pace ed al disarmo.
Crediamo sia però necessario non
confinare la nostra proposta ad una mera, seppur non più rinviabile
riforma istituzionale. Togliere la cooperazione dal controllo dei
diplomatici, individuare una figura di governo forte e di alto
livello (la nostra proposta di legge presentata da Giulio Marcon
prevede la figura del ministro della cooperazione), un Fondo Unico,
un'Agenzia presente nei paesi destinatari degli aiuti, sganciamento
della cooperazione dalle missioni militari, slegamento dell'aiuto,
coerenza delle politiche sono alcuni dei temi chiave sui quali ci
confronteremo.
Ma non basta. C'è necessità di
ripensare a fondo il concetto stesso di cooperazione, per dare
maggior enfasi ai partenariati territoriali, alla capacità di creare
relazioni, mettere in rete pratiche e competenze, insomma passare da
un approccio di “pianificazione” e “progetto” ad pratiche
relazionali tra comunità. Centrare questi partenariati sul
soddisfacimento dei bisogni primari e la promozione e tutela dei
diritti umani, ambientali, sociali, ed economici, e costruire
attraverso queste pratiche le premesse affinche è destinatari di
queste politiche possano diventare essi stessi attori, e protagonisti
dei loro processi di liberazione dalla fame, povertà, esclusione
sociale, debito ecologico, economico e culturale.
Insomma credo che avremo molte idee e
riflessioni da condividere nei prossimi mesi, sia nel percorso di
riforma della cooperazione che in quello in corso di preparazione per
la Conferenza delle Nazioni Unite sul post-2015. Noi siamo a vostra
disposizione.
Buon lavoro a tutti e tutte
Francesco Martone
responsabile esteri, Europa e
Cooperazione
Sinistra Ecologia e Libertà
martedì 4 giugno 2013
Accanto al popolo turco
sabato 1 giugno 2013
Istanbul: cessi immediatamente la repressione
Occupy Istanbul. Anche in Turchia arriva l'onda lunga delle rivolte arabe e la repressione della polizia turca continua. All'inizio era un campo di protesta per evitare che i bulldozer distruggessero l'ultimo parco del centro di Istanbul per costruire uno shopping mall. Poi è arrivata la violenza della polizia. Ora il movimento cresce, si articola in una protesta generalizzata contro il governo Erdogan. Da qualche giorno si moltiplicano le manifestazioni di protesta, i cortei, repressi dall'uso smodato di gas lacrimogeni. Sinistra Ecologia e Libertà chiede al governo italiano ed all'Unione Europea di esprimere immediatamente condanna e preoccupazione per questi fatti, ed al governo turco di rispettare i diritti umani, ed il diritto a manifestare.
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