venerdì 7 giugno 2013

Per una nuova cooperazione allo sviluppo

Messaggio inviato a Fabio Laurenzi , presidente del COSPE (Cooperazione allo Sviluppo dei Paesi Emergenti) in occasione delle celebrazioni del trentennale della fondazione.

Roma, 7 giugno 2013



Caro Fabio,

anzitutto ringrazio il COSPE per l'invito a partecipare alle iniziative per i 30 anni di vita dell'associazione. Purtroppo non riesco ad essere presente di persona a causa di altri impegni presi in precedenza, però volevo in qualche maniera essere presente oggi con voi.

Conosco il COSPE da anni, una delle ONG che fin da subito aderì alla Campagna per la Riforma della Banca Mondiale che ho avuto il piacere di promuovere assieme ad altre ONG e di coordinare per 5 anni prima di entrare in Parlamento. Ho seguito le iniziative del COSPE sui migranti ed altre importanti iniziative sulle culture migranti quali il premio Mostafà Suir. La mia amicizia e prossimità a voi quindi è di lunga data, ed è fondata sulla condivisione di approcci, filosofia di fondo e pratiche di solidarietà internazionale.

Oggi mi trovo a svolgere un incarico politico con Sinistra Ecologia e Libertà, in qualità di responsabile esteri, Europa e Cooperazione del partito. Spero di poter avere la possibilità di continuare con voi questo scambio fecondo di idee, riflessioni e proposte per nuove pratiche di cooperazione tra i popoli. Un percorso che indubbiamente avrà nei prossimi mesi un versante istituzionale con il rilancio del processo di riforma della cooperazione, u a lungo attesa e sulla quale ci adopereremo con convinzione. Non a caso la cooperazione internazionale è una delle priorità programmatiche di SEL assieme all'Europa, alla pace ed al disarmo.

Crediamo sia però necessario non confinare la nostra proposta ad una mera, seppur non più rinviabile riforma istituzionale. Togliere la cooperazione dal controllo dei diplomatici, individuare una figura di governo forte e di alto livello (la nostra proposta di legge presentata da Giulio Marcon prevede la figura del ministro della cooperazione), un Fondo Unico, un'Agenzia presente nei paesi destinatari degli aiuti, sganciamento della cooperazione dalle missioni militari, slegamento dell'aiuto, coerenza delle politiche sono alcuni dei temi chiave sui quali ci confronteremo.

Ma non basta. C'è necessità di ripensare a fondo il concetto stesso di cooperazione, per dare maggior enfasi ai partenariati territoriali, alla capacità di creare relazioni, mettere in rete pratiche e competenze, insomma passare da un approccio di “pianificazione” e “progetto” ad pratiche relazionali tra comunità. Centrare questi partenariati sul soddisfacimento dei bisogni primari e la promozione e tutela dei diritti umani, ambientali, sociali, ed economici, e costruire attraverso queste pratiche le premesse affinche è destinatari di queste politiche possano diventare essi stessi attori, e protagonisti dei loro processi di liberazione dalla fame, povertà, esclusione sociale, debito ecologico, economico e culturale.

Insomma credo che avremo molte idee e riflessioni da condividere nei prossimi mesi, sia nel percorso di riforma della cooperazione che in quello in corso di preparazione per la Conferenza delle Nazioni Unite sul post-2015. Noi siamo a vostra disposizione.

Buon lavoro a tutti e tutte

Francesco Martone
responsabile esteri, Europa e Cooperazione
Sinistra Ecologia e Libertà  

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