venerdì 2 aprile 2010

Palestina: tra Tribunale Russell e nuovi raid su Gaza

Nelle scorse settimane il Tribunale Russell sulla Palestina ha emesso una sentenza ed una serie di raccomandazioni alla comunità internazionale per restituire alle popolazioni palestinesi i loro diritti fondamentali, violati anche in questi giorni dalle nuove operazioni militari israeliane nella striscia di Gaza. Sullo sfondo le dichiarazioni di alti membri del governo israeliano che ipotizzano una riedizione dell'operazione "Piombo Fuso", incoraggiati dalla reticenza della comunità internazionale a recepire le denunce e le raccomandazioni del rapporto Goldstone. Mentre tutto ciò accade l'Unione Europea stringe nuovi accordi di cooperazione con Israele nel settore della sicurezza, e così facendo pregiudica il suo possibile ruolo di arbitro imparziale nella ricerca di una soluzione politica possibile al dramma mediorientale.
Nel frattempo il Consiglio ONU sui Diritti Umani ha adottato ben cinque risoluzioni che condannano Israele per una serie di violazioni dei diritti umani , chiedendo tra l'altro l'attuazione delle raccomandazioni del Rapporto Goldstone. La risposta del governo israeliano non si è fatta attendere. Immediatamente dopo l'adozione della risoluzione si è affrettato a dichiarare che il Rapporto Goldstone non aveva nulla a a che vedere con i diritti umani.....


http://www.russelltribunalonpalestine.net
www.tni.org/article/should-eu-subsidise-israeli-security
http://www.globalresearch.ca/index.php?context=va&aid=18348



Stato di eccezione

Sto leggendo un interessante libro di Giorgio Agamben, "Stato di Eccezione" che consiglio di studiare attentamente, giacché serve a delineare i contorni sempre più angusti dello spazio politico nel quale dover incidere, i rischi e le sfide di un modello orientato verso la sospensione permanente dello stato di diritto. Dalla quarta di copertina:

" Lo stato di eccezione, ossia quella sospensione dell'ordine giuridico che siamo abituati a considerare misura provvisoria e straordinaria, sta oggi diventando sotto i nostri occhi un paradigma normale di governo..."

http://www.filosofico.net/agamben.htm

Sicurezza per chi? Sicurezza come? Per cosa?

Editoriale per il dossier sulla sicurezza curato per Mosaico di Pace, maggio 2010
di Francesco Martone



Sicurezza per chi? Sicurezza come? Questo dossier cerca di fornire alcune chiavi di lettura per poter provare a decodificare i concetti dominanti nel discorso politico relativo alla sicurezza globale, alle possibili risposte e le sfide per la politica ed il movimento pacifista. Un’esigenza resa ormai ineludibile dalla rapidità con la quale le nuove pratiche e le nuove strategie di guerra si trasformano, costruiscono nuovi “nemici”, elaborano nuovi e più micidiali strumenti di guerra. A riflettere bene nei prossimi mesi si concentreranno alcuni eventi panorama internazionali che hanno a che fare più o meno direttamente con le varie declinazioni del concetto di sicurezza. La NATO è in procinto di discutere la revisione del proprio concetto strategico, appuntamento cruciale per un’alleanza sempre alla ricerca di nuove missioni, alla vigilia di quello che si vorrebbe considerare – nonostante gli innumerevoli fallimenti - l’attacco finale alla roccaforte Taliban di Kandahar. A maggio i paesi firmatari del Trattato di Non-Proliferazione nucleare si occuperanno di rivederne la portata e le modalità di attuazione, mentre i governi di ben 5 paesi europei che ospitano testate nucleari tattiche USA ne chiedono lo smantellamento, come parte di un percorso di revisione del concetto di sicurezza fondato sulla presenza ed il possibile uso di armi nucleari. Sempre a maggio si terrà a Bonn un’importante riunione della Conferenza Quadro sui Mutamenti Climatici delle Nazioni Unite dopo il fallimento di Copenhagen che dovrà provare a riavviare il negoziato su un tema di grande urgenza per la sopravvivenza del Pianeta. Questo tema è strettamente correlato anche all’elaborazione di nuovi paradigmi di sicurezza, nei quali i mutamenti climatici sono considerati come nuove possibili cause di guerre, ma nei quali la priorità rischia di essere limitata al controllo militare delle fonti di approvvigionamento energetico. Ad aprile si sono tenute le elezioni in Sudan, paese martoriato da conflitti interni su base etnica. Proprio la questione del Darfur ha alimentato nel corso degli anni un acceso dibattito sul tema della sicurezza umana, dell’ingerenza umanitaria e delle modalità di intervento della comunità internazionale per il rispetto e la tutela dei diritti umani. Il tema della sicurezza umana e della politica estera etica attraversa ormai gli approcci di sicurezza e strategia militare, ed è fatto proprio dal sistema delle Nazioni Unite come anche dalla Strategia di Sicurezza europea, ma necessita di un esame critico che ne evidenzi le opportunità, ma anche i rischi. Insomma, mai come ora, mentre si svolgono i preparativi per la prossima Marcia per la Pace Perugia-Assisi, il tema della costruzione attiva di politiche di pace è attuale, e deve poter esserlo anche per il movimento pacifista italiano. Questo dossier vuole pertanto essere uno stimolo all’approfondimento ed al confronto collettivo per poter ricostruire assieme un approccio efficace e condiviso per un mondo migliore possibile, E non solo, giacché se è vero che ormai nelle dottrine di sicurezza viene rimosso il confine tra sicurezza nazionale ed “esterna” sarà ancor più evidente come la costruzione della pace a livello internazionale sarà anche progetto di pace e rispetto dei diritti fondamentali a casa nostra, nelle nostre città, in un paese che sta vivendo una grave crisi democratica e del diritto.