domenica 2 dicembre 2012

il clima pesante di Doha

Inizia oggi la seconda settimana di negoziati della diciottesima conferenza delle parti della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici, ospitata quest'anno dal Qatar. Finora i governi non sono riusciti a fare un passo in avanti nella definizione del quadro generale di lavoro per il dopo Kyoto. Né si sono trovati d'accordo su come chiudere il piano di lavori del cosiddetto Piano di Azione di Bali. Si sapeva che Doha non avrebbe certo rappresentato una tappa storica ma solo un'appuntamento nel quale definire la "transizione" tra una fase negoziale e la nuova, che dovrebbe portare ad un accordo generale sulle riduzioni delle emissioni entro il 2015 , per l'entrata in vigore entro il 2020. E' evidente che senza un chiaro impegno finanziario, né una volontà politica di colmare quel "gap" esistente tra realpolitik e urgenza dettata dai cambiamenti climatici (che in numeri si traduce in riduzione dell'aumento della temperatura rispettivamente di 2 o 1,5 gradi , oppure in un eccesso di emissioni ancora da ridurre pari a 6-12 gigatonnellate di carbonio equivalente) saranno esigue le chance di avviare un processo di negoziato che possa portare a risultati concreti. Ma anche in questo caso, possiamo permetterci di aspettare il 2020?

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