sabato 24 maggio 2014

Boko Haram, interventismo USA e AltraEuropa

La vicenda delle ragazze nigeriane rapite da Boko Haram è indubbiamente tragica e desta grande preoccupazione. Ci si augura che vengano liberate il prima possibile. Ma le notizie "parallele" che giungono da quelle parti ci dicono di un governo nigeriano non solo imbelle - la moglie del presidente Jonathan Goodluck ha addirittura denigrato le famiglie delle studentesse - e ci parlano di un crescente intervento internazionale. Si sapeva della collaborazione di elementi di intelligence statunitensi, israeliani e di alcuni paesi europei. Ma guardando dietro le quinte si nota un'altro filone. Quello che a Washington era stato già testato con il Darfur, e la Lord's Resistance Army di Joseph Kony. Trova il criminale, costruisci la campagna mediatica, inventa hashtag virali, o video o diffondi immagini ad alto impatto. Poi sotto sotto interviene il Pentagono. Truppe speciali erano state mandate alla ricerca di Joseph Kony, George Clooney fece una campagna per l'invio di elicotteri per fermare il "genocidio" in Darfur. Ora arriva la notizia dell'invio di 80 militari USA in Chad per la ricerca delle malcapitate. Mentre secondo altre notizie Boko Haram (che significa "proibiamo l'educazione occidentale nelle scuole"), si starebbe insediando in Cameroon. E dal fronte del Mali arrivano altre notizie riguardo una recrudescenza del conflitto a Nord, dopo recenti sanguinosi scontri tra truppe maligne e tuareg. Per non parlare del conflitto in Libia ed in Repubblica Centrafricana dove opera un contingente armato del'Unione Europea. Insomma quello che gli strateghi della geopolitica chiamano "arc of instabilità" si sposta verso Nord, arriva fino alle coste mediterranee. Un tema da tenere bene a mente nella ridefinizione della politica estera e mediterranea dell'AltraEuropa

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