Oggi, 70 anni fa. Si aprono i cancelli di Auschwitz ed il mondo scopre la Shoah. Per non dimenticare, per ripulire l'oggi dalla spazzatura dell'antisemitismo, contrastarlo con intelligenza e assoluta determinazione, con la capacità di discernere tra diritto alla libera espressione e oltraggio alla memoria o istigazione alla persecuzione. Ho avuto un'interessante ed importante conversazione qualche giorno fa con dei giovani rappresentanti delle comunità ebraiche, su varie questioni. Sulla Palestina, ad esempio, ma non solo. Ho chiesto loro, ma voi di chi vi sentite cittadini? mi guardano sorridendo, e forse anche un pò "annoyed" da una domanda forse un pò banale. "siamo cittadini italiani". Italiani, europei e del mondo. E sono preoccupati. Come non dar loro torto. Allora oggi, oltre alla memoria dell'orrore, che ci sia un impegno. Non rimescolare le carte secondo criteri antichi, quelli degli schieramenti ideologici. Non confondere i livelli tra chi ha diritto ad una terra ed uno stato, come nel caso del popolo palestinese, e chi nel mondo ha conosciuto direttamente o indirettamente quell'orrore. Ricordare sempre l'olocausto, per riaffermare la dignità ed il diritto di ogni persona alla propria identità, scelta, alla propria identità sessuale, etnica religiosa. Oggi il mio pensiero torna tra i corridoi stretti tra blocchi uniformi e grigi di cemento armato del memoriale all'olocausto (proprio dietro la porta di Brandeburgo) , un percorso tortuoso, voluto da Lebeskind per far sperimentare l'angustia fisica della negazione della propria identità. Il mio pensiero va a Berlino, a quel marciapiede di Varsavia che lascia una traccia del vecchio muro del Ghetto. va alle borchie di ottone che si trovano qua e lò sparse per Roma, davanti a portoni che nascondono storie tragiche. Ci passo davanti, mai sopra, per rispetto di quei nomi, e quelle date. E resto colpito da alcune di esse: bimbi quasi neonati. E al rione Monti, a Via degli Zingari, a quella targa anonima che ricorda l'altra faccia dello sterminio. E poi, e chissà quando in questo paese si deciderà a farlo, al triangolo rosa di marmo che taglia il canale di Keizersgracht, ad Amsterdam. Il memoriale dello sterminio degli e delle omosessuali. Ad un tiro di schioppo dalla casa di Anna Frank.
uno spazio pubblico per attivisti/e che lavorano per la pace, il disarmo, i diritti umani, la giustizia sociale, economica ed ecologica globale, la resistenza alle politiche neoliberiste, il riconoscimento del debito ecologico e sociale.
martedì 27 gennaio 2015
oggi, 70 anni fa. la Shoah Tra memoria ed impegno contro l'antisemitismo
Oggi, 70 anni fa. Si aprono i cancelli di Auschwitz ed il mondo scopre la Shoah. Per non dimenticare, per ripulire l'oggi dalla spazzatura dell'antisemitismo, contrastarlo con intelligenza e assoluta determinazione, con la capacità di discernere tra diritto alla libera espressione e oltraggio alla memoria o istigazione alla persecuzione. Ho avuto un'interessante ed importante conversazione qualche giorno fa con dei giovani rappresentanti delle comunità ebraiche, su varie questioni. Sulla Palestina, ad esempio, ma non solo. Ho chiesto loro, ma voi di chi vi sentite cittadini? mi guardano sorridendo, e forse anche un pò "annoyed" da una domanda forse un pò banale. "siamo cittadini italiani". Italiani, europei e del mondo. E sono preoccupati. Come non dar loro torto. Allora oggi, oltre alla memoria dell'orrore, che ci sia un impegno. Non rimescolare le carte secondo criteri antichi, quelli degli schieramenti ideologici. Non confondere i livelli tra chi ha diritto ad una terra ed uno stato, come nel caso del popolo palestinese, e chi nel mondo ha conosciuto direttamente o indirettamente quell'orrore. Ricordare sempre l'olocausto, per riaffermare la dignità ed il diritto di ogni persona alla propria identità, scelta, alla propria identità sessuale, etnica religiosa. Oggi il mio pensiero torna tra i corridoi stretti tra blocchi uniformi e grigi di cemento armato del memoriale all'olocausto (proprio dietro la porta di Brandeburgo) , un percorso tortuoso, voluto da Lebeskind per far sperimentare l'angustia fisica della negazione della propria identità. Il mio pensiero va a Berlino, a quel marciapiede di Varsavia che lascia una traccia del vecchio muro del Ghetto. va alle borchie di ottone che si trovano qua e lò sparse per Roma, davanti a portoni che nascondono storie tragiche. Ci passo davanti, mai sopra, per rispetto di quei nomi, e quelle date. E resto colpito da alcune di esse: bimbi quasi neonati. E al rione Monti, a Via degli Zingari, a quella targa anonima che ricorda l'altra faccia dello sterminio. E poi, e chissà quando in questo paese si deciderà a farlo, al triangolo rosa di marmo che taglia il canale di Keizersgracht, ad Amsterdam. Il memoriale dello sterminio degli e delle omosessuali. Ad un tiro di schioppo dalla casa di Anna Frank.
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