sabato 17 gennaio 2015

Siria, l'albero e la foresta

Va bene così , sono tornate salve, avranno passato un'esperienza infernale, non erano andate ad ammazzare nessuno, magari sono andate sprovvedute, ma possibile che piuttosto di azzannarsi su riscatti pagati o amenità varie, non si possa provare a ragionare sul contesto? Erano andate in un paese dove da anni centinaia di migliaia di persone vivono l'inferno sulla terra, dove la spietatezza del regime fa la pari con quella di Al Nusra e di IS. Dove Aleppo è in briciole e con lei Homs, e le prospettive di vita e sopravvivenza del popolo siriano, Sparito inghiottito nei meandri della realpolitik che oggi fa di Assad uno scomodo alleato-ombra contro le forse del Califfato, un tutore di uno status quo, (non scordiamo che la stessa logica della tutela dello status quo oggi legittima un altro signore dal pedigree certo non da nulla, il presidente Al Sisi) , un popolo che scompare sotto le bombe di ogni colore e foggia. E dei siriani e delle siriane che Greta e Vanessa pensavano di poter aiutare? Avessero letto le splendide parole di una canzone che spesso canto "Solo le pido a Dios", avrebbero appreso che la guerra è un mostro grande e calpesta duro, tutta la povera innocenza della gente. Bentornate, e speriamo di poter dire lo stesso di Padre Dall'Oglio e di chi oggi è ancora nelle mani di chissà chi. "Solo le pido a Dios", dice la canzone, che l'ingiusto non mi sia indifferente. Allora finiamo la sequela di accuse e contro accuse, insinuazioni e speculazioni. E guardiamo la foresta non perdendoci dietro l'albero. Tra qualche giorno - forse ai vari commentatori è sfuggito - si terrà a Mosca una riunione convocata dalla Russia, e sostenuta da John Kerry, per cercare di riattivare una trattativa. Molte delle opposizioni hanno già detto che non andranno, ma per lo meno che sia una crepa nell'indifferenza, per riportare all'ordine del giorno l'urgenza di una soluzione politica alla guerra siriana. Di certo non basterà forse sarà l'ennesimo flop dopo il fallimento di Ginevra 2, forse il risultato minimo sarà quello di unirsi attorno al piano dell'inviato speciale ONU Staffan De Mistura per un "congelamento" del conflitto in particolare a Aleppo. Aleppo unica zona senza Al Nusra e IS, che a quanto mi si spiega è luogo di un tentativo di autogoverno dal basso, di gestione collettiva dell'emergenza. E mi chiedo perché il Rojava si e Aleppo no? E mi restano in mente le parole di un amico siriano esule qua in Italia, che mi raccontava con rassegnazione come suo fratello fosse stato torturato dalla polizia di Assad fino a morire. Storie e drammi personali che spariscono nel susseguirsi di parole.

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