martedì 23 giugno 2015

Crisi del confine, o Europa della crisi?

  
Una possibile chiave di lettura della crisi europea propone di leggere le tre crisi che stanno attraversando l'Europa intorno al tema del confine, e della frontiera: la crisi greca, quella ucraina e quella mediterranea. La crisi riguarda però anche e soprattutto ciò che è al di qua ed al di là del confine. Basta pensare al prossimo Consiglio Europeo dei ministri che si riunirà i prossimi giorni a Bruxelles. All'ordine del giorno temi caldi, le politiche migratorie, la revisione delle strategie europee di sicurezza, lo stato dell'arte del TTIP, l'adozione delle raccomandazioni-paese del semestre europeo, inclusa l'Italia, la discussione sulla proposta di riforma della governance economico-finanziaria dell'Eurozona, la lotta al terrorismo. Una rapida scorsa ai documenti base, dimostra che la crisi è tutta lì, nel paradigma ossessivo dell'austerity e del rigore di bilancio, basti leggere le raccomandazioni del semestre per l'Italia, che riportano anche dati assai allarmanti sul livello di povertà ed esclusione sociale nel paese. E ciò nonostante insistono su rigore e taglio della spesa, riforma del mercato del lavoro. O le proposte sulle 4 riforme strutturali, economica, politica, finanziaria, fiscale, che dovrebbero aprire la strada ad un percorso di rafforzamento dell'Europa federale o per lo meno di strutture comuni di governo. Anche lì, nonostante l'ammissione della crisi, la risposta è sempre la stessa. Un maquillage istituzionale, l'abbozzo forse neanche così negativo di istituzioni comuni nel settore fiscale, e finanziario, ma il problema é per fare cosa? Applicare pedissequamente il Six-Pack o il fiscal Compact? Da qua non se ne esce, se non con una stagione di autentica rifondazione del progetto europeo, su basi nuove, solidali, transnazionali. La Grecia ci sta mostrando come sfidare il dogma, e cosa mettere al centro. I cittadini stanno mostrando come superare le frontiere e praticare l'accoglienza. Al di quà ed al di là dei confini. Resta un punto centrale, quello della cittadinanza europea transnazionale che appunto travalica i confini degli stati nazione, oggi così rigidamente definiti con la forza. Ed in tale prospettiva va considerata un'altra crisi di confine, quella dell'Ungheria di Orban, che ha deciso di erigere un muro per bloccare il flusso possibile di rifugiati e richiedenti asilo, anche questo il sintomo evidente dell'assenza dell'Europa politica. Ma forse non sta ai governi il compito di rielaborarne i criteri ed i valori fondanti.

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