Senza
voler fare il catastrofista, ma davvero è sconcertante notare come il
tema dei mutamenti climatici sia talmente marginale nelle discussioni e
nelle priorità della politica. Ogni mese che passa è il più caldo della
storia, in mezzo mondo si sono tenute ondate di azioni di disobbedienza
civile contro i fossili, quella che qualcuno ha definito la più grande
campagna di disobbedienza civile della storia. Ed invece? Ci si perde
nella quotidianità, nell'immediato, nel contingente,
mentre il pianeta, la base della nostra esistenza stessa ci si sta
squagliando sotto i piedi. In questi giorni si riunisce a Bonn il gruppo
di lavoro che ora dovrà negoziare l'attuazione degli accordi di Parigi.
Ricordate quel gioco di cifre tra gli 1,5 e i 2 gradi di aumento della
temperatura? Beh ad oggi pare siamo ben oltre quei livelli. Insomma, se
aspettiamo i governi e le imprese siamo fritti. Allora c'è ben altro da
fare. Dobbiamo farlo noi, dovrebbe farlo la cosiddetta società civile,
dovrebbe farlo chi lavora nell'altraeconomia, nelle imprese che fanno
innovazione, le comunità che resistono alle trivelle, chi disobbedisce
al petrolio e suoi derivati, le amministrazioni comunali. Per la
miseria, sono io che sono diventato pedante o un pò insofferente verso
la "politica" o è vero che non si è sentito da nessuna parte o letto
sotto i faccioni che stanno popolando strade reali o virtuali di questa
ennesima campagna elettorale un impegno per la giustizia climatica e per
una "rivoluzione ecologica"? Si, si parla di mobilità sostenibile,
parcheggi di scambio, riciclaggio di rifiuti, di transizione e
conversione ecologica (il tema però non è se ma quando ed in che tempi
che altrimenti ci si mena il naso) tutto ok, sono cose che ci stanno
sempre bene, danno un pò di "verde" che non guasta, ma il punto riguarda
quello che potrebbe essere chiamato "metabolismo urbano" ossia il
flusso di risorse che entrano ed escono nel sistema città. Non ho
sentito da nessuna parte l'impegno ad andare verso le zero emissioni, o
sganciarsi progressivamente dai combustibili fossili. O disinvestire da
banche che investono sui combustibili fossili. O allearsi con altre
città che già lo fanno, impegnarsi per sostenere chi protegge gli
ecosistemi o chi prova a fare innovazione, start-up verdi, green jobs.
Non è mai troppo tardi. (PS: per chi "a sinistra" pensasse che questo
sia tema per pochi irriducibili ecologisti, vale la pena di rammentare
che forse oggì proprio attraverso il tema del "climate change" si può
mettere in crisi il modello capitalista attuale, e proporre
un'alternativa possibile)
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