martedì 18 ottobre 2016

Le rivolte di ieri, quelle di oggi, quelle di domani.

 
(nota per il lettore: questa nota va letta integralmente, assaggiando passo per passo gli ipertesti video inseriti nel testo, oltre che il videoclip alla fine.....Bon Voyage)

“They say ev’rything can be replaced Yet ev’ry distance is not near So I remember ev’ry face Of ev’ry man who put me here I see my light come shining From the west unto the east Any day now, any day now I shall be released”
 
B.Dylan
 
 
Sono appena rientrato da Parigi, dopo quasi tre settimane di viaggio attraverso l'Europa ed il mondo. Tre settimane intense, iniziate a Berlino, città magnifica, dove aleggia lo spirito di libertà e rivolta, la Berlino del passato, di Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, https://www.youtube.com/watch?v=wDa...
 
quella di Kreuzberg e degli squatters, della dissidenza e dell'autonomia. Ci ero stato per la prima volta a Berlino nel lontano 1979 quando c’era ancora il Muro - ci pisciai sopra, ricordo - e le prendemmo di santa ragione dagli uni e dagli altri, mentre cercavano di bloccare pacificamente il Check Point Charlie chiedendo l’abolizione della NATO e del Patto di Varsavia. Abbiamo parlato di repressione, di movimenti sociali, di disarmo, e mi sono lasciato andare ad una "dérive", attraverso il Tiergarten, che mi ha portato nella storia di quella città e dell'Europa. Sono tornato a Roma per pochi giorni, per accompagnare nella sua tappa romana Bertita Caceres Zuniga, figlia di Berta Caceres, da lei ho imparato la tenerezza della resistenza, la determinazione nel chiedere giustizia. E il mio cuore e la mia mente sono andati al Centroamerica, a quei popoli indigeni che resistono da 500 anni, quegli stessi popoli indigeni di Nicaragua, Filippine, Kenya con in quali ho poi lavorato per cinque giorni a Song-Do, in Corea per chiedere il rispetto ed il riconoscimento dei loro diritti all'autodeterminazione, nell'uso di fondi per i cambiamenti climatici. Song-Do città che incarna la presente e futura distopia del capitalismo finanziario, la costruzione di zone urbane asettiche che sono solo contenitore di speculazioni ed investimenti. https://www.youtube.com/watch?v=eEV...
 
Torno a Roma per ripartire per Parigi. Ed a Parigi, forse perché l'ultima volta che sono stato, alla COP21, ho passato tanto tempo con persone, indigeni del "Nord"- dal Nordamerica all'Oceania - ho assaporato il gusto del dissenso, della radicalità, della necessità di de-colonizzare e de-colonizzarci. Forse perché era quella la Parigi che avevo nella mente, e che ho dovuto abbandonare allora anzitempo per correre accanto alla mia mamma che stava lasciando questa Terra. Era la Parigi di pochi giorni dal Bataclan, e della legislazione di emergenza, della determinazione a riprendere comunque la piazza e la parola. Lì a Parigi si tracciò una “red line” una linea rossa invalicabile per proteggere la Terra. Quella linea che oggi è tracciata a Standing Rock in Nord Dakota ad esempio. https://www.youtube.com/watch?v=AeU... Forse c’è era ancora qualcosa che Parigi aveva in serbo per me. E così stavolta Parigi si è fatta leggere in altra maniera. Ossia, questo virus mi era entrato da qualche tempo, e non ha trovato anticorpi o resistenza. Forse era un'influenza che covava da tanto, (non credo fosse effetto collaterale del jetlag che pure ferocemente colpiva quando meno te lo aspettavi) e che ho provato a curare per un pò con la medicina allopatica della "politica", ma il virus è stato più forte. 
 
Ed allora devi conviverci e fare di necessità virtù. Allora già a Montreal al Forum Sociale Mondiale e nella comunità Mohawk di Kahnawake https://www.youtube.com/watch?v=W9Q... questo virus ha ripreso ad uscire con forza, per poi entrare nella mente e nella mia retina e farmi leggere i luoghi sotto altro sguardo. Così a New York mi apparivano, come d'incanto, dalla superficie della città di ogni giorno, piccole tracce di resistenza, nelle librerie, nella street-art, nelle aule della New School, nelle opere di Bruce Conner https://www.youtube.com/watch?v=1ZO... al MoMa. O a Washington, tra i murali della U Street, e la sua storia, quella dei movimenti per i diritti civili, quella di Malcolm X e di Martin Luther King, di James Baldwin, di Black Lives Matter. https://www.youtube.com/watch?v=-JI... Proprio a Washington tanti anni fa ebbi la sorte di essere al Mall, assieme ai partecipanti della One Million Man March, quella immortalata dal grande Spike Lee. Ancora ricordo la retorica infuocata del Reverendo Farrakhan. https://www.youtube.com/watch?v=U8U... Sarei stato poi di nuovo a New York, a Black Harlem qualche anno dopo ad alcune iniziative del Brotherhood of Islam, ospite sconosciuto ma accolto a braccia aperte. E là ho ascoltato le storie di chi era accanto a Malcolm X, quelle parole che ho riascoltato anni dopo ancora ad Oakland, in California, patria dei Black Panther, in occasione di un “re-enactment” di uno dei più famosi discorsi di Angela Davis contro la guerra in Vietnam. https://www.youtube.com/watch?v=dg8... un virus che covava, che era apparso per poi acquietarsi, per poi farsi sentire ancora e che a Parigi ha preso il sopravvento. Così i miei piedi e la mia mente hanno voluto andare a Père Lachaise, a ripercorrere la memoria della Comune, e della resistenza antifascista. Ho saputo solo dopo che a Père Lachaise si combatté la battaglia più sanguinosa della Commune.https://www.youtube.com/watch?v=y65... Per poi finire al Jeu de Paume, perdendosi nella narrazione fantastica che Georges Didi-Huberman fa della rivolta, dei segni, delle parole. http://soulevements.jeudepaume.org/
 
Eppoi ho capito la natura di questo virus, che le parole di Didi-Huberman descrivono meglio di ogni altra cosa. 
 
"La "potenza" sopravvive al "potere", Freud disse che il desiderio era indistruttibile. Anche quelli che sapevano di essere condannati - nei campi, nelle prigioni - cercano ogni modo per trasmettere una testimonianza o lanciare un appello. Come evocato da Joan Mirò in una serie di opere intitolate "La speranza di un uomo condannato in omaggio allo studente anarchico Salvador Puig I Antich, giustiziato dal regime di Franco nel 1974. Una rivolta può finire con le lacrime delle madri sui corpi dei figli morti. Ma queste lacrime non sono un fardello: possono ancora dare “potenza” per le rivolte, come nelle “marce della resistenza” delle madri e delle none a Buenos Aires. Sono i nostri figli che insorgono: Zero in Condotta! Non era Antigone per caso anch’esso un figlio? Che sia nelle foreste del Chiapas o sulla frontiera tra Grecia e Macedonia, in qualche posto in Cina, in Egitto o a Gaza o nella giungla delle reti informatiche considerate “vox populi”, ci saranno sempre figli che salteranno il muro” 
 
Come dice Angela Davis in un suo recente libro, la libertà è una lotta costante, che accomuna chi scende in piazza a Ferguson per rivendicare che le vite dei neri hanno importanza, “Black Lives Matter”, e chi resiste a Gaza. E, aggiungo io, chi resiste sotto le macerie di Aleppo, o in una piccola strada romana, parlo del Baobab per intenderci, per accogliere rifugiati, o in una fabbrica recuperate ed autogestita, parlo ad esempio di RimaFlow , o nella Jungle di Calais, ed in Rojava, o chi resiste con piccoli gesti di ogni giorno, quei gesti, quel braccio alzato, quella parola detta, quel desiderio che, come cerca di farci capire Didi-Huberman, è quello che accomuna e ci accomuna. Ci fa diventare un pò tutti “comuneros”, o “comunardi” dei nostri tempi. 
 
 
(ps. Ovviamente la notizia del Nobel al grande Bob Dylan, oltre a riempirmi di gioia, ha avuto una qualche influenza sul rafforzamento della resistenza del virus a improbabili medicine o ineffabili anticorpi. https://www.youtube.com/watch?v=rKX...)

Nessun commento: