mercoledì 30 maggio 2018

Democrazia dal basso e diritti umani altro che mercato o patria sovrana



Eppure, eppure, volete sapere come la penso su come uscire da "sinistra" quella vera, radicale da sto guazzabuglio? Sarà che ieri vedendo un bellissimo documentario su due storiche ambientaliste brasiliane, Magda Renner e Graciela Castro, due signore azzimate che si scagliavano come furie contro la Banca Mondiale ed il Fondo Monetario Internazionale mi sono tornati alla mente pezzi importanti della mia storia. E che era vi confesso il mio sogno nel cassetto qualora fossi stato eletto presidente della Commissione Diritti Umani del Senato, cosa ahimè mai avvenuta illo tempore per mosse e contromosse tattiche e strategiche, ossia di fare un'indagine conoscitiva sulle ricadute della Finanziaria sui diritti umani. Vabbé acqua passata. 
Sarà ma forse invece di cianciare o commentare su piani fantasmagorici, tipo facciamo schizzare lo spread attraverso l'aumento della spesa, senza copertura, per sostenere flat tax e reddito di inserimento, e di conseguenza portare de facto il paese fuori dall'Eurozona, che poi a quanto pare quello era l'obiettivo (e chissà chi ci guadagna alla fine eh, bastava sentire ieri sera quella mammoletta di Steve Bannon, che si è insediato in una stanza di hotel da qualche parte nel Belpaese, insomma una sorta di Luttwak del terzo millennio) , ci sarebbe qualcos'altro da poter fare a mio modesto avviso. 
Primo impegnarsi immediatamente per rimuovere il vincolo del pareggio di bilancio dalla Costituzione. C'è una campagna di raccolta firme dal basso, ma forse in troppo pochi lo hanno percepito. 
Secondo, fare un audit del debito del paese per capire la composizione, e la storia pregressa, condizione necessaria per il terzo passo. Quello di un "orderly debt workout" ossia, una sorta di negoziato arbitrale nel quale si decide cosa non pagare e cosa invece va pagato.
Attac Italia ne parla da anni. In Grecia si istituì una Commissione sul Debito, perché qua no? 
E poi si va alle Nazioni Unite, precisamente al Consiglio ONU sui Diritti Umani e si dice: noi ci impegnamo a non intaccare la spesa pubblica che vada ad assicurare i diritti fondamentali dei cittadini e di chi vive nel paese. bianchi o neri che siano. Non invece a favorire i ricchi con la flat tax. Che proprio voi Nazioni Unite avete detto che il servizio del debito o dei vincoli macroeconomici non può andare a discapito dei diritti umani fondamentali. E poi sarei andato alla Corte Europea di Giustizia ad aprire il contenzioso. 
Ossia, io così avrei fatto, e detto, e questo proporrei come approccio ed uscita "da sinistra" non mettendo davanti o giustificando un vecchio trombone come sto Savona, colluso con poteri forti in passato. E che lo lasciamo ai populisti di destra il tema del debito? Essù.
Proverei a trarre ispirazione dalle proposte e dalle pratiche che vengono dai movimenti sociali, quelli veri. Non quelli virtuali dei social. E ciliegia sulla torta inviterei in visita ufficiale in Italia l'esperto indipendente del Consiglio ONU sui Diritti Umani ed il debito, perché fornisse proposte di lavoro sulla scorta di quanto già deciso ed approvato dall'Assemblea Generale dell'ONU. E che guarda caso proprio di recente ha presentato le sue proposte per affrontare le ricadute delle politiche macroeconomiche e di austerità sui diritti umani fondamentali, ma pare che sia sfuggito a sti soloni della patria sovrana da destra e da sinistra. 
Questo significa rivendicare uno spazio di agibilità nazionale (come si chiama "fiscal space"), con un impatto globale, di contributo ad un riequilibrio dei rapporti di forza tra debitori e creditori e per uscire dalla gabbia dell'approccio macroeconomico e finanziario nella gestione del debito pubblico. Una sorta di recupero di uno spazio di agibilità nazionale ma con connotazioni globali e solidali, non di chiusura negli angusti spazi dello stato nazione, o per contrasto di fede illimitata negli equilibri macroeconomici dell'Eurozona. Provare per credere: 
Allora compagni e compagne, invece di prendersela con Mattarella, o con Cottarelli o con chi di turno, e partecipare a questa commedia degli errori, si è disposti a fare un salto ed uscire dalla cornice culturale e tecnica propria del liberismo e spostare tutto su un altro piano? E promuovere una vera mobilitazione dal basso per riappropriarci del tema del debito, della finanza e dei diritti fondamentali? Boh io modestamente farei così. Altro che Fronti Repubblicani di tutela della costituzione (che alla fine sto pareggio di bilancio là sta eh) , gazebo, marce su Roma o altro. Alle persone comuni, quelle che sono spaventate e che oggi sono attratte dai faccioni di Salvini e Di Maio, che si sentono insicure si deve dire che un altro modo per uscire dalla paura è possibile, mettendole al centro, non pretendendo di agire per loro conto. Mettendo al centro i loro ed i nostri diritti non la nazione, la patria, la sovranità, un'Europa che non ancora esiste buona o matrigna o chessoio.

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