giovedì 20 novembre 2008

Disarmo nucleare ora. Subito.

La questione nucleare nel nostro paese sta riprendendo vigore, in seguito alla decisione del governo di rilanciare l’energia atomica come volano di sviluppo, e per tentare di risolvere le gravi inadempienze verso gli impegni presi con il Protocollo di Kyoto. La questione nucleare oggi fornisce l’occasione per il rilancio di un movimento capillare che chieda con forza, a poco più di un anno dalla Conferenza delle Parti della Convenzione ONU sui Cambiamenti Climatici di Copenhagen, una netta inversione di rotta nelle politiche energetiche e di sviluppo del paese. Nucleare civile e militare sono però due facce della stessa medaglia. A tal riguardo vale la pena di rammentare che parallelamente al negoziato sul clima, si stanno sviluppando altri importanti appuntamenti, quello del 60esimo aniversario della NATO e quello della Conferenza per la Revisione del Trattato di NonProliferazione nucleare che si dovrebbe tenere nel 2010. Un trattato fortemente indebolito nell’ultima conferenza del 2005 dalla posizione statunitense volta a dar priorità all’aspetto della non-proliferazione rispetto a quello del disarmo e che deve invece restare la pietra angolare delle politiche sul disarmo e la nonproliferazione. In questo anche l’Italia dovrà svolgere la sua parte. In quanto membro della NATO, ma anche forte sostenitrice del Trattato di Nonproliferazione, l’Italia dovrà impegnarsi a sciogliere una volta per tutte quell’ambiguità di fondo che permette la presenza di 90 bombe atomiche statunitensi nelle basi di Ghedi ed Aviano revocando quell’accordo di condivisione nucleare, in virtù del quale potrebbe diventare un paese nucleare, e quindi responsabile delle conseguenze derivanti dall’uso dell’arma atomica. Dovrà poi rivedere le proprie strategie militari per escludere progressivamente l’opzione militare e sostenere – come raccomandato da una coalizione di paesi coordinati dalla Nuova Zelanda - la conclusione di una Convenzione sul Disarmo Nucleare. Anche le amministrazioni locali potranno svolgere la loro parte, sottoscrivendo fin d’ora il Protocollo di Hiroshima e Nagasaki proposti dai sindaci delle due citta martiri. Per questo la campagna "Un futuro senza Atomiche" rilancia le iniziative in sostegno alla legge di iniziativa popolare , depositata in Parlamento alla fine della scorsa legislatura, al fine di dichiarare l’Italia paese libero da armi nucleari. Il 27 novembre prossimo, a pochi giorni dall’assemblea del 24 novembre prossimo nella quale verrà annunciato il lancio delle iniziative contro il nucleare civile, la campagna terrà un incontro pubblico alla Camera per costituire un gruppo di contatto in Parlamento che possa sostenere la doscussione della legge. Mai come ora è necessario tracciare una linea rossa invalicabile, mai come ora il tema del disarmo nucleare è di forte rilevanza e deve essere centrale per chiunque crede nella costruzione della pace attraverso la forza della politica e della diplomazia. Una vocazione irrinunciabile per la nuova sinistra nel nostro paese.

Francesco Martone - membro del Consiglio Internazionale di Parliamentarians for Nonproliferation and Nuclear Disarmament (www.pnnd.org)
Lisa Clark portavoce campagna Un Futuro senza Atomiche (www.unfuturosenzatomiche.org)

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