lunedì 16 luglio 2012

Dov'è l'Africa nei dibattiti politici sull'Europa?





Dov’è il resto del mondo nel dibattito politico nazionale? Dove sono i paesi africani, che oggi rischiano di precipitare in nuovi sanguinosi conflitti? Il Sudan, e la rivalità con il neonato stato del Sud Sudan occupano il dibattito nella campagna presidenziale negli Stati Uniti. In Mali si prospetta un intervento militare panafricano contro il terrorismo, in Repubblica Democratica del Congo per la prima volta un elicottero dei caschi blu ha attaccato milizie paramilitari di un signore della guerra che marcia su Goma, sede del contingente ONU ricco di oltre 14 mila unità. Settimane addietro, per la prima volta le forze di mare della flotta UE che transita al largo della Somalia  hanno bombardato l’entroterra a caccia di pirati. In Eritrea – quanti eritrei scappano per morire in mare – la successione possibile al dittatore Isaias Afeworki rischia di perpetuare lo stato di cose, nonostante la rinascita di un movimento popolare di opposizione. Un continente risucchiato in un buco nero, quello dell’oblio e della violenza, non fa titolo, non ha cittadinanza nelle discussioni politiche rinchiuse all’interno dei confini di un’Europa della moneta e dei mercati, dettate da quei parametri e quei metri di misura. Sia per quanto riguarda le imposizioni del fiscal compact che il suo contrario. Eppure l’Europa è anche quella, quella dei popoli africani che rischiano la morte sotto le bombe o la spada delle milizie private attraversando il Mediterraneo in cerca di speranza.   E’ anche lì che si misurerà la  validità o meno di un progetto di Europa politica che sappia guardare al di là dei propri confini territoriali e si sappia porre come soggetto globale responsabile. 

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