lunedì 27 maggio 2013

UE all'Italia: meno vincoli di bilancio ma per quale spesa? Crescita o "buen vivir"?


Oggi la stampa annuncia con un certo eccessivo trionfalistmo di parte un "successo" del governo Letta, ossia la proposta del Commissario UE Olli Rehn di chiusura della procedura di infrazione per "sforamento" dei livelli permessi di indebitamento per l'Italia. Si aprirebbe una nuova partita, quando nei prossimi mesi Bruxelles dovrà definire i dettagli della "Golden Rule" ossia delle tipologie di spesa ed investimenti che "generano crescita". Grandi infrastrutture o un piano di spesa pubblica per la piena e buona occupazione magari per la manutenzione del territorio? Sostegno all'estrazione di combustibili fossili magari offshore o una strategia energetica nazionale indirizzata verso la decarbonizzazione dell'economia ed il sostegno a fonti energetiche rinnovabili e su piccola scala? Reddito di cittadinanza o flessibilità alla Fornero? Già perché nelle sei regole dettate da Bruxelles per l'Italia come condizione per il "rilassamento" dei vincoli di bilancio c'è anche quella dell'attuazione della riforma Fornero. E poi, la crescita. Già il mito della crescita, del PIL. Sarà il caso di sfidare culturalmente questo assunto fin d'ora. Il PIL non riassume in sé l'insieme dei fattori che fanno crescere, o meglio progredire un paese. Ce lo ha detto chiaramente l'ISTAT con i suoi nuovi parametri di benessere equo e sostenibile. Un passo in avanti notevole, una sorta di nostro concetto di "buen vivir". Da non lasciar cadere nel dimenticatoio. Anzi da rilanciare e valorizzare.

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