sabato 7 febbraio 2015

Verso il Forum Sociale Mondiale: Tunisia e Mediterraneo per i diritti e la dignità

Due anni fa veniva assassinato in Tunisia Chokri Belaid, attivista e politico nonché avvocato difensore dei diritti umani. La Tunisia oggi è un paese che – a differenza dell'Egitto – è riuscito a costruire un percorso di democratizzazione nel quale la polarizzazione tra forze politiche di ispirazione islamica - Ennahda in particolare - e le forze progressiste che portarono alla caduta di Ben Ali non ha portato il paese alle estreme consequenze che invece sta vivendo l'Egitto. Le recenti notizie provenienti dal Cairo, la repressione violenta delle forze di polizia contro i Fratelli Musulmani e contro i movimenti che scesero in piazza Tahrir stridono con la realtà tunisina. Dove la relativa marginalità delle forze armate e l'importanza di forze sociali quali i sindacati hanno lasciato aperto il campo ad un'alternativa possibile. Proprio qualche giorno fa il parlamento tunisino ha dato la fiducia ad un governo di coalizione tra il partito di maggioranza Nidaa Tunes e Ennahda.

Si apre quindi una fase importante per la vita politica del paese. Come coniugare giustizia sociale, costruzione della democrazia ed allo stesso tempo affrontare con intelligenza e con strumenti “politici” il tema dell'integralismo e delle sue derive violente? Ed allo stesso tempo sostenere quelle forze progressiste quali il Fronte Popolare? Questa la sfida. E l'imminente Forum Sociale Mondiale che si terrà a Tunisi a fine marzo rappresenterà anche un'occasione di “socializzazione” di proposte e pratiche dei movimenti sociali di tutto il mondo, e di incontro con i movimenti sociali tunisini. Sinistra Ecologia e Libertà aveva già invitato alla sua festa nazionale tenutasi nel 2012 la vedova di Chokri Belaid, Basma Khalfaoui, come segno di solidarietà ed interesse nel sostenere le forze sociali progressiste nel paese. Saremo a Tunisi a marzo anche per riprendere i contatti, per confrontarci assieme alle forze politiche e sociali italiane che lì saranno, con le nostre controparti tunisine. E per contribuire, anche alla luce delle proposte e discussioni condivise sul Mediterraneo in occasione di Human Factor, alla costruzione di un processo comune per la costruzione di un'alternativa mediterranea. Uno spazio di cittadinanza transnazionale, che rimetta in discussione le relazioni euromediterranee, in primis le relazioni economico-commerciali, e che fornisca l'opportunità per un nuovo patto politico e sociale tra le popolazioni delle due sponde. Assieme alla costruzione di uno spazio di cittadinanza transnazionale ( ad esempio ad una campagna per un Passaporto Mediterraneo), andranno di pari passo sviluppati altri filoni di lavoro comune. La costruzione di relazioni economiche e commerciali ad esempio fondate sulla cooperazione nel settore delle energie pulite, il sostegno alla sovranità alimentare, e la tutela dei beni comuni come l'acqua. Per far ciò sarà anzitutto necessario sostenere un processo di revisione dal basso delle relazioni politiche tra Unione Europea e Maghreb, ad esempio, dal processo di Barcellona, al partenariato Euromed, all'Unione per il Mediterraneo. Una sorta di “audit” cittadino da parte di movimenti ed organizzazioni della società civile delle due sponde. E forse dalla Tunisia potrebbe partire questa proposta, come anche dalla Tunisia e dalle famiglie delle persone tunisine (e non solo, si pensi ad esempio agli eritrei) sparite in fondo al Mediterraneo, potrebbe partire un processo di costruzione di un Tribunale internazionale di opinione sui “nuovi desaparecidos”. Giacchè solo attraverso un percorso di verità e giustizia si potranno creare le basi per una nuova “fratellanza mediterranea”.

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