Verbale riunione Forum nazionale di SEL sulle politiche internazionali, Europa, pace, Cooperazione
6 ottobre 2013
presenti: Francesco Martone, Elettra Deiana, Pasqualina Napoletano, Alessandro Fioroni, Gregorio Malavolti, Cinzia Terzi, Laura Zeppa, Paolo Tamiazzo, Lalla Cappelli, Gianni Tarquini, Enrico Calamai, Gianfranco Benzi, Anna Maria Ceci, Rafaella Chiodo, Sara Prestianni, Raffaele Fargnoli
collegate su Skype: Chiara Tamburini, Francesca La Forgia
Azioni:
costituzione gruppo di lavoro cooperazione , referenti iniziali – Anna Maria Ceci, Raffaella Chiodo, Gianni Tarquini – chi volesse aderire può scrivere a internazionale@sxmail.it
costituzione gruppo di lavoro Palestina . Referente Lalla Cappelli – anche in questo caso potete scrivere a internazionale@sxmail.it
Politiche europee di sicurezza e difesa - Preparazione di dossier ed altre iniziative - Elettra Deiana deiana.elettra@gmail.com
Francesco introduce riassumendo alcuni temi di lavoro. Per quanto riguarda l'Europa in particolare cita il lavoro di preparazione per la prossima riunione del Consiglio Europeo di dicembre sulla politica europea e di difesa, la stesura dei policy papers su democrazia transnazionale, diritti, social compact, ambiente e esteri-difesa. Informa sul percorso congressuale e sulle iniziative sull'Europa, tra cui il seminario sul PSE e le politiche economiche organizzato dal Forum di SEL Lombardia ed il programma di seminari in cantiere a cura di Sel Belgio ed altri circoli europei.
Sulla Palestina, informa della presentazione di un'interrogazione sulla partecipazione della ditta Pizzarotti nella costruzione di un treno ad alta velocità e sull'idea di iniziare a lavorare per preparare un'eventuale visita di SEL in Palestina.
Sulla Cooperazione allo sviluppo il governo si accinge a presentare un proprio ddl di riforma presso la Commissione Esteri al Senato, mentre sulla Siria viene illustrata la posizione presa da SEL riguardo il paventato intervento militare internazionale.
SEL si è opposta ad ogni forma di intervento militare anche con l'avallo eventuale del Consiglio di Sicurezza giacché in queso caso il tema della legittimità non risolveva quello dell'efficacia dell'azione, poiché qualsiasi tipologia di intervento militare nell'area avrebbe allontanato la possibilità di un rilancio del negoziato Ginevra II, ed al contempo innescato una spirale di violenza su scala regionale.
Propone poi di dedicare parte della riunione su Lampedusa, e su un aggiornamento della situazione in Libia e informa sull'imminente dibattito in Parlamento del decreto missioni.
Elettra informa sulla presentazione di un'interpellanza in Commissione Esteri al Senato sul prossimo Consiglio Europeo sulle politiche di sicurezza e difesa di dicembre. Ricorda come il tema sia stato già affrontato dal governo italiano con la prodzione di un documento congiunto tra Esteri e Difesa (“More Europe” ) nonché dall'Assemblea Francese e dalla Commissione Esteri del Senato francese. Queste ultime hanno sviluppato una posizione avanzata rispetto a “More Europe”che va oltre l'approccio di difesa europea per una concezione strategica della difesa europea. In questo quadro la scadenza del Consiglio Europeo di dicembre assume importanza sia per i temi della difesa che per la relazione tra politiche di sicurezza e difesa e politica estera dell'Unione. Per questo si ritiene necessario organizzare, anche nell'ottica dell'elaborazione del programma di SeL per le prossime europee, un seminario-convegno sulle politiche europee di difesa e sicurezza prima del mese di dicembre. In termini di analisi, Elettra sta lavorando ad un documento base, e sottolinea come sia importante avere dati comparati sulle politice di difesa in vari paesi europei, sui processi di integrazione, l'organizzazione dello strumento militare e le strategie di sicurezza, al fine di comprendere come meglio superare quella che gli analisti del settore chiamano “cacofonia” europea. Inoltre andrà esplorato criticamente il rapporto tra difesa europea e NATO, e come quest'ultima abbia di fatto impedito lo sviluppo di una difesa europea. Laura Zeppa illustra le direttrici di lavoro della Rete Disarmo sia per quanto riguarda il Consiglio Europeo che il lavoro sui sistemi d'arma, e sul tema del personale militare e dei diritti dei lavoratori, mentre Chiara Tamburini verificherà la possibilità di accedere ad alcuni centri di ricerca ed analisi a Bruxelles. Elettra e Laura si incontreranno a breve per lavorare sul dossier.
Sul tema dei Balcani e del seminario nazionale discusso nel corso della precedente riunione del Forum, Francesca La Forgia illustra i vari assi tematici sui quali verrà sviluppata la proposta di lavoro tra cui l'analisi attuale della situazione socio-politica-economica nell'area, il ruolo del movimento pacifista, questioni quali la criminalità organizzata. Francesco ha partecipato ad un attivo regionale di SEL Puglia per discutere di questo, e si è deciso di tenere il seminario possibilmente dopo il Congresso nazionale di SEL di Gennaio 2014. Nel frattempo si lavorerà ad un documento condiviso di analisi sulla situazione nei Balcani.
Cinzia Terzi aggiorna sulla questione Sahrawi, sul lavoro dell'intergruppo parlamentare e sulla preparazione dell'incontro europeo di solidarietà con il popolo Sahrawi, EUCOCO che si terrà a Roma il 15-17 novembre prossimi. Arturo Scotto ha intrapreso al riguardo una serie di iniziative alla Camera, e si sta lavorando alla presentazione in Senato di una mozione parlamentare condivisa. L'integruppo parlamentare organizzerà una conferenza il 14 novembre alla quale verranno invitati parlamentari di altri paesi (il Congresso USA ha di recente istituito per la prima volta un integruppo Sahrawi)
Altra proposta di iniziativa emersa nel corso della riunione quella di chiedere l'allargamento del mandato della MINURSO per svolgere attività di monitoraggio dei diritti umani, tema che potrebbe essere sollevato in occasione del dibattito parlamentare sulle missioni all'estero. Chiara informa sul dibatitto sul Sahel in Parlamento Europeo e sulla controversia sorta riguardo alla possibilità di includere il Sahara Occidentale in un rapporto del PE sulla regione, dibattito che si è risolto con la decisione di non includere il Sahara Occidentale nel titolo del rapporto, ma di permettere di inserire il tema attraverso emendamenti al testo.
Raffaele Fargnoli di SEL Belgio informa sui seminari sull'Europa che il circolo di SEL Belgio sta organizzando assieme ad altri circoli SEL in Europa, ed in particolare quello del 1 ottobre sul Fiscal Compact e la democratizzazione della governance europea e quello di novembre sul social compact ed il Welfare europeo.
Si passa poi a discutere della questione di Lampedusa e sulle politiche europee in tema di migrazioni.
Pasqualina Napoletano introduce sottolineando come nel dibattito politico italiano l'Europa è messa in ballo in modo strumentale, mentre importante è l'iniziativa francese per la convocazione di un vertice d'urgenza sulla questione Lampedusa. In realtà le politiche europee in tema di immigrazione sono identiche a quelle italiane, ad eccezione in passato delle proposte contenute nel documento dell'allora commissario Vitorino, lungimiranti in quanto andavano oltre l'approccio “immigrazione-zero” per governare il fenomeno migratorio piuttosto che reprimerlo. Nel riesaminare pertanto la legge Bossi-Fini andrà tenuto conto che le direttive europee in alcuni casi sono peggiori della Bossi-Fini e che nelle politiche intergovernative non esiste differenza tra sinistra e destra. Di fatto la direttiva europea ha incoraggiato la Bossi Fini. Sottolinea poi la necessità di massima cautela nel trattare il tema del soccorso in mare e quello delle pene per supporto all'immigrazione clandestina e su come introdurre le giuste modifiche a livello italiano ed europeo. A tal riguardo suggerisce una collaborazione con forze politiche spagnole, maltesi e greche per sviluppare una proposta ed iniziativa politica della sinistra mediterranea.
Sara Prestianni svolge poi una relazione sulla Libia. La collaborazione tra Italia e Libia viene promossa come opportunità per salvare gi immigrati quando in realtà l'intenzione è di rafforzare Frontex e le politiche di interdizione. Ripercorre le varie tappe della collaborazione tra Italia e Libia a partir dal trattato firmato nel 2008 tra Berlusconi e Gheddafi, l'accordo tra l'allora ministro Cancellieri ed il CNT libico nel 2011, un Memorandum di Intesa nel settore difesa per cooperazione militare ed immigrazione nel 2012. Nel giugno 2013 in occasione del G8 Barack Obama contatta Enrico Letta per chiedere all'Italia di farsi carico della Libia.
La situazione in Libia è estremamente critica, tra la mancanza di legittimità del governo filo-francese di Ali Zeidane e l'aumento di conflitti intertribali al punto che il governo centrale non è in grado di esercitare alcuna forma di controllo sul territorio nazionale. La frontiera sud è caratterizzata da confliti intertribali, e dal traffico di eroina, con la presenza di una cellula di Al Qaeda. La Libia di fatto è una “mina vagante” per il G8, ed in tal senso va letta anche la decisione americana di rafforzare la presenza militare a Sigonella e nelle basi in Niger.
L'impegno italiano per il piano G8 in Libia prevede la formazione di militari e poliziotti libici in basi NATO in Sicilia e Sardegna (il piano totale prevede la formazione di almeno 19500 militari e poliziotti in 4 stati europei), e la loro formazione sull'applicazione del codice civile e penale, il controllo delle frontiere, e la formazione alle nuove tecnologie. C'è poi un piano pilota per la consegna delle armi da parte dei ribelli, che potrebbe rappresentare un grande rischio per l'eventuale partecipazione diretta dell'Italia.
Riguardo al piano Libia esistono altre criticità quali la mancanza di chiarezza sui fondi previsti, e quale personale verrà utilizzato. Va poi ricordato che lo scorso 1 ottobre si è svolto a Tripoli un incontro tra i Capi di Stato Maggiore di Italia e Libia per il rafforzamento della cooperazione militare e lanciata la “missione militare italiana in Libia” (MMIL)
http://english.libyanembassy.org/?p=6053
Nel settembre 2013 si è tenuto un incontro UE-Libia a Madrid sul programma Sea Horse, (monitoraggio terra-mare)
http://www.imp-med.eu/En/image.php?id=125 il cui obiettivo è quello di bloccare i migranti in Libia sulla frontiera Niger-Sudan e sulla frontiera marittima.
Sara riferisce poi delle testimonianze da lei raccolte nei campi in Libia e Niger secondo le quali la caccia all'uomo contro i migranti sarebbe ora peggio che nei tempi di Gheddafi
Sulla cooperazione UE-Libia andrà fatta chiarezza sugli aspetti umanitari e sul coinvolgimento dell'Italia nella strategia di controllo delle frontiere, ovviando ad un evidente deficit di controllo democratico sulle politiche in tema di immigrazione e controllo delle frontiere.
Raffaella Chiodo sottolinea come la situazione in Libia si stia avviando verso uno scenario simile a quello della Somalia, e che esiste un precedente che potrebbe presentare spunti per un approccio olistico e per un ruolo dell'Italia nel quadro ONU, ovvero il caso del Mozambico. La situazione libica va inserita in una quadro di revisione delle politiche euromediteranee, ed il quadro che si propone all'indomani della tragedia di Lampedusa impone una riflessione a tutto campo che comprenda anche le politiche di cooperazione internazionale dopo il 2015, i temi della giustizia economica, il debito.
Francesco aggiorna sullo stato dell'arte del dibattito sulla cooperazione, l'imminente presentazione del DLL di iniziativa governativa da parte del viceministro Pistelli, e della necessità di costituire un gruppo di lavoro del Forum che possa fornire supporto all'iniziativa di SEL e dei parlamentari di SEL. Il gruppo di lavoro viene costituito ed è formato inizialmente da Anna Maria Ceci Raffaella Chiodo e Gianni Tarquini presenti alla riunione.
Si passa poi al Medio Oriente e Palestina. Si concorda che sul Medio Oriente e Maghreb si terrà aperto un canale di scambio e discussione costante, e piuttosto che costituire un gruppo di lavoro generale al momento si concenterà l'attenzione sulla questione palestinese. Maghreb e Medio Oriente saranno temi permamenti di discussione ed approfondimento nelle riunioni del Forum e qualora emergesse l'esigenza di costituire gruppi di lavoro dedicati ciò verrà discusso e concordato.
Sulla Palestina Pasqualina ricorda la costituzione del gruppo Italia-Palestina il cui presidente è Vincenzo Vita e come la Palestina sia diventata un tema residuale nel dibattito politico, mentre alla Camera nn esiste neanche un intergruppo Palestina. Propone che i parlamentari di SEL aderiscano al gruppo Italia-Palestina. Gianfranco Benzi richiama l'attenzione sulla necessità di rifocalizzare la nostra attenzione sulla questione israelo-palestinese , riposizionandone la lettura con intelligenza, contestualizzandola diversamente e con nuove parole d'ordine. Sarà anche opportuno lavorare alla preparazione di una missione di SEL in Palestina, possibilmente preceduta da una partecipazione di parlamentari di SEL ad uno dei viaggi di approfondimento-studio organizzati da Luisa Morgantini.
Paolo Tamiazzo ricorda due elementi, il promo quello di riprendere rapporti al di fuori del Parlamento sulla questione palestinese e poi compnrender meglio quali siano le realtà palestinesi in Italia. Viene costituito infine un gruppo di lavoro Palestina facilitato da Lalla Cappelli.
Sulla comunicazione Alessandro Fioroni aggionra sulla discussione tenutasi in rete e si concorda sulla possibilità intanto di aprire una pagina FaceBook e verificare la possibilitò di aprire una sezione esteri-internazionale nel sito ufficiale di SEL.